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domenica 16 ottobre 2011

L'enigma svelato. (Il lato oscuro della verità) 89

“Se abbiamo ancora la testa attaccata al collo è un miracolo”, fece Giuda appena furono in strada. E rabbrividendo per il pericolo appena trascorso continuò: “Cosa ti è passato in mente di dire a quel fanatico Messia!”
“Quello che voleva il Potere. Mentre parlava sentivo che stavo attuando la mia missione. Siamo stati mandati qui per impedire che qualcosa di grosso accada”.

“E tu credi di esserci riuscito?”
“No, ancora. Forse dobbiamo ritentare”.
“Sei matto! Dobbiamo svignarcela, il più presto possibile”.
Tornarono precipitosamente a Cafarnao. Giuda si affrettò a vendere in pochi giorni l'ultima merce che gli era rimasta per poi partire subito per Damasco. Guardava alla città siriana come ad un porto di salvezza. Alle loro orecchie arrivava di tanto in tanto l'eco dei trionfi del Messia a Gadara, Ippo e Kursi.
Fu alla vigilia della loro partenza per il nord che giunsero alla loro locanda i fratelli Giacomo e Giovanni.

“Il Messia vuole vedevi”, dissero laconici. Era un ordine, non un invito.
“Stavolta non ne usciremo vivi” mormorò Giuda mentre li seguiva.
All'arrivo, Davide capì che era accaduto qualcosa di nuovo. Fu portato immediatamente al cospetto di Gesù.

“Lazzaro è molto malato”, disse con le lacrime agli occhi. “Dobbiamo andare a Betania per tentare di guarirlo. Tu sei indispensabile per questo scopo e vedremo cosa sai fare. Maddalena ha già raggiunto precipitosamente il fratello e ci aspetta”. Era veramente affranto dal dolore.

Partirono in pochi, per muoversi con più rapidità. Gli altri sarebbero venuti in un secondo momento. Il dolore di Gesù non era condiviso dai suoi fedelissimi che nutrivano una segreta ostilità per Maddalena e la sua famiglia. L'influenza che essa esercitava su Gesù era vista con malcelato fastidio. La presenza di Giuda fu fondamentale per la riuscita del viaggio.

Le sue molte conoscenze gli consentirono di superare in ogni momento qualsiasi imprevisto logistico e di rendere il percorso scorrevole e veloce. Gesù, perfettamente consapevole dell'abilità di Giuda, dovette elogiarlo in più occasioni, suscitando invidia e irritazione nella comitiva.

Giuda e Davide notarono con meraviglia che i più stretti collaboratori di Gesù, oltre ad essere rozzi e incolti, erano dominati da reciproca gelosia. Convinti che nel nuovo regno si sarebbero seduti alle destra e alla sinistra del trono, aspiravano al posto di maggior prestigio. "Quando sorgerà questo nuovo Regno, tu ne sarai il re", chiedevano con insistenza a Gesù "e noi tutti sederemo al tuo fianco". Davide e Giuda erano per loro due intrusi che potevano insidiare le loro posizioni, e perciò li guardavano con sospetto.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)