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domenica 2 ottobre 2011

L'enigma svelato. (Il lato oscuro della verità) 87

Arrivarono a Betsaida nel tardo pomeriggio. Seppero che Gesù alla mattina aveva avuto un bagno di folla e che era stato acclamato a lungo Messia a gran voce. La turba ormai lo seguiva da più giorni e sembrava non stancarsi mai delle sue prediche infuocate.

Il sogno dello Stato santo dove gli umili sarebbero stati i primi e i potenti avrebbero sofferto lo stridore dei denti aveva affascinato tutti, anche alcuni farisei. La cerchia ristretta dei fedelissimi, tra i quali spiccava per la massiccia statura fisica e per la forte determinazione Simone-Cefa, aveva il morale alle stelle e preconizzava una discesa a Gerusalemme per la conquista della città santa. Ormai i tempi parevano maturi, ma Maddalena frenava.

Furono subito notati e Giuda, riconosciuto da Cefa, fu considerato, con suo grande disappunto, uno di loro.
“Se quella montagna di carne” mormorò sottovoce Giuda a Davide alludendo a Cefa, “avesse almeno un'oncia di cervello!”

Gesù stava riposando in casa del fariseo Mattia, sotto la vigilanza accorta e ferrea di Maddalena. L'abbraccio soffocante della folla, protrattosi per molte ore, l'aveva stremato. Appena seppe però del loro arrivo, volle subito riceverli. Le informazioni ricevute da Lazzaro lo avevano colpito ed egli era certo che il giovane Davide gli sarebbe stato utilissimo nella sua missione. Se avesse compiuto qualche prodigio per lui avrebbe di molto accresciuto davanti a tutto Israele la sua fama di essere l'inviato di Jahvè e avrebbe potuto convincere della sua investitura anche i nemici sadducei ed erodiani.

Maddalena quando li vide stentò a credere ai suoi occhi. Faticò a riconoscere in Giuda, così dimagrito e raffinato com'era, il rozzo mercante d'un tempo. Quanto a Davide, di cui conservava un ricordo dolce e affettuoso, trovò che superava ogni sua aspettativa. Bello, asciutto, slanciato, gli occhi verdi e i capelli castano dorati, sembrava un angelo al cospetto dei normali israeliti, per lo più rozzi e irsuti nella barba e nei capelli nerissimi. Abbracciò entrambi con trasporto e li ringraziò commossa per aver accettato l'invito.

Gesù, che era dotato di un acuto senso di penetrazione dell'animo umano, intuì all'istante la ricca personalità di Giuda e l'elevata spiritualità di Davide. Si rese conto che Lazzaro e Maddalena non avevano esagerato nei loro elogi. Anche Giuda e Davide rimasero a loro volta affascinati dalla grande personalità di Gesù.

S'aspettavano di trovarsi davanti ad un temerario capobanda, sprizzante forza e violenza, e invece scoprirono che era un giovane di bell'aspetto, dallo sguardo intelligente e dall'espressione mite che emanava un fortissimo carisma in chiunque l'avvicinasse. Insomma l'incontro si rivelò una reciproca e bella sorpresa. Li accolse con un amabile sorriso e li fece accomodare.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)