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martedì 4 ottobre 2011

Perché oggi molti giovani abbandonano la fede.

La secolarizzazione è sempre più galoppante e investe ormai ogni strato della popolazione, perfino anche il clero. Ma sono i giovani a viverla nella loro pelle con più intensità per cui assistiamo ad un rapido e inarrestabile abbandono da parte loro della religiosità.

Quali i motivi? Molteplici. Il più importante deriva dal fatto che la Chiesa, demonizzando tutto quanto attrae i giovani, tutto quanto cioè la società offre di divertente e di appagante, appare loro come una religione che si prefigge lo scopo di negare ogni felicità terrena a vantaggio di una utopica felicità ultraterrena. I giovani, non più con i paraocchi come i loro genitori, ma aperti a tutte le aspettative di libertà che la vita moderna propone, questa prospettiva non la accettano più, la rigettano per istinto.

Per molti di essi, inoltre, la prassi religiosa, oltre che deprimente è anche profondamente noiosa. Sa di vecchio, di stantio, di superato in ogni campo. La Chiesa è noiosa e quanto predica non è rilevante ai fini degli interessi di carriera e di condotta di vita e per di più la Bibbia è un libro antiquato e fuori dei tempi.

Un altro argomento molto forte sentito dai giovani è la tensione che sentono tra la cristianità e la scienza. Secondo la maggior parte di loro “i cristiani sono convinti di sapere tutto”, hanno cioè una verità preconfezionata che vuol dettare legge su ogni cosa ma che invece è immensamente indietro rispetto al mondo basato sulla scienza” anzi è addirittura “un’anti-scienza”.

Immersi, infine, in una cultura che valuta la sessualità sopra ogni altra cosa e che non distingue più tra eterosessualità e omosessualità, i giovani per vivere in modo significativo il sesso invocano l'assoluta libertà. Soprattutto le ragazze spesso più disinibite dei maschi.

Per quanto riguarda il matrimonio, la regola della Chiesa che impone di essere casti fino alle nozze in un’epoca in cui si arriva tardi a mettere su famiglia, la convivenza prematrimoniale è quasi un'esigenza improcrastinabile, spesso destinata a sostituire del tutto il matrimonio tradizionale. Anche perché evita i grossi e complicati problemi derivanti da un possibile e sempre più probabile divorzio.

L'arroccamento della Chiesa ai suoi principi non negoziabili, dedotti dal chimerico totem tribale Jahvè, per molti giovani non rappresenta più niente. Oggi a frequentare le chiese sono soprattutto gli anziani. Quando, fra qualche decennio, non ci saranno più, queste saranno costrette a chiuderanno, finalmente, bottega.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)