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venerdì 27 luglio 2012

Anche il paradiso non deriva dalla Bibbia ebraica (“L'invenzione del cristianesimo”) 175


Il termine paradiso, di origine sanscrita, definiva anticamente il giardino imperiale persiano, simbolico luogo di delizie e di perenne e assoluta perfezione, e fu usato nella Bibbia dei Settanta per indicare il Giardino dell’Eden. Di lì è passato nelle tradizione cristiana per designare il luogo della felicità ultraterrena.

Come abbiamo visto a proposito dell’inferno, anche la certezza di una beata vita eterna nell’aldilà non deriva dalla Bibbia ebraica, ma è un’invenzione cristiana. Nel Nuovo Testamento, però, il paradiso viene accennato solo di sfuggita. Nei Vangeli di esso troviamo appena due allusioni che sanno entrambe di rifacimenti posteriori, cioè di aggiunte tardive. La prima, in Matteo, riferita al Giudizio Universale (Matteo 25, 31-46); ignorata dagli altri evangelisti; la seconda, in Luca, che riporta la risposta di Gesù alla richiesta del “buon ladrone” crocifisso con lui: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23,43).

Ma questo versetto è ritenuto da molti esegeti un falso perché contraddetto da Marco che scrive: “Anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano” (Marco 15,32), negando con ciò che uno dei due ladroni si fosse pentito. Infine c’è un cenno in Paolo che in Corinzi 2, 12,4 afferma di essere stato rapito in paradiso e di aver udito parole indicibili.
Queste sono le uniche citazioni nel Nuovo Testamento del termine paradiso. Vi sembra logico ritenere che un così fondamentale principio della fede cristiana, sia stato totalmente ignorato dalla Bibbia ebraica e introdotto di sfuggita, per non dire di soppiatto, nel Nuovo Testamento? Cosa vi fa supporre un fatto del genere? Che è tutta una bufala inventata dalla Chiesa.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)