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sabato 21 luglio 2012

Il falso Jahvè. Fine del regno di Giuda. 136


Nel 609 a.C. il faraone Necho, figlio di Psammetico I. si recò in Palestina a ricevere dai suoi vassalli il giuramento di lealtà che gli spettava come nuovo faraone. Anche Giosia fu convocato alla fortezza egiziana di Meghiddo per prestare il giuramento. Durante quel convegno, per oscuri motivi che lo storico deuteronomistico, molto reticente sulla fine ignominiosa del re, lasciò nel vago, Giosia venne ucciso.

Così Israele si trovò nuovamente schiavo dell'Egitto, nonostante la sua ritrovata fedeltà al suo unico Dio e, come al tempo di re Ezechia, ancora una volta la teologia deuteronomistica a causa della latitanza, o meglio, del tradimento di Jahvè, si rivelò vana.

Nel 605 a.C. Nabucodonosor, nuovo re di Babilonia, sconfisse in Siria l'esercito egiziano e conquistò le ricche città filistee, abbandonate dagli egiziani e rivolse le sue mire anche al Regno di Giuda. Nel 598 a.C. circa, mentre regnava il giovane Geconia, Israele, abbandonato dagli egiziani e privo di ogni protezione, fu travolto: la città santa saccheggiata, la famiglia reale, i ministri, i sacerdoti, le persone ricche, gli artigiani e i soldati deportati a Babilonia. Non tutto il popolo dunque, ma la sua élite; i ceti inferiori della società ebraica restarono invece in Palestina.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)