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lunedì 15 ottobre 2012

Il falso Jahvè. La Bibbia in controluce. 167


Un'altra storia della Genesi di chiara origine babilonese è quella della torre di Babele . La vicenda è troppo nota per doverla raccontare, ma si presta ad alcune considerazioni. Anzitutto Babele, che vuoi dire “Porta di Dio”, era il nome ebraico per la città di Babilonia. Quindi la torre di Babele era una torre di Babilonia.

Probabilmente era quella fatta costruire dal re assiro Assarhaddon (ca. 681- 665 a.C.), quando occupò la città. Più che una costruzione si trattò della ricostruzione della ziggurat consacrata al Dio Marduk, che era rimasta in rovine per secoli a seguito di una serie di incidenti attribuiti alla collera del Dio. Le somiglianze con la torre di Babele sono fin troppo evidenti: il nome, l'interruzione della costruzione per i molteplici incidenti attribuiti dal popolo al dio Marduk, l'ubicazione. Tutti gli studiosi, e anche molti biblisti, oggi riconoscono che il racconto si ispirava a quest'evento storico (Joan Oates., Babylon, pag. 143).

Nel racconto della Genesi, oltre a questi elementi mitologici ricavati da fonti babilonesi, vi sono chiare tracce di politeismo, cioè di ammissione dell'esistenza di diversi dèi. Forse gli scribi, estensori della Bibbia, non poterono eliminarle perché troppo conosciute dalla gente.

Secondo Genesi 3,5, il serpente del Giardino dell'Eden dice a Eva: “I vostri occhi si apriranno e sarete come gli dèi”. Usa il termine al plurale, non al singolare. E in un altro passo della Genesi si allude chiaramente ai figli di Dio paragonabili ai figli degli dèi della mitologia babilonese. Poco prima del tempo di Noè, “i figli di Dio videro le figlie degli uomini e videro che erano belle: e le presero in moglie” (Genesi 6,2). Perfino Dio stesso allude ad altri déi quando scopre che Adamo ha mangiato il frutto proibito: “Poi Dio, il Signore, disse: ecco, l'uomo è diventato come uno di noi” (Genesi 3,22).

E volete sapere per quanto tempo Adamo ed Eva resistettero alla tentazione e si godettero tutte le delizie del Giardino Terrestre? Alcuni testi giudaici apocrifi (e fantasiosi) ce lo dicono con esattezza: ottant'anni, due mesi e diciassette giorni. Non possiamo dire che quello di Adamo ed Eva sia stato uno sconsiderato peccato di gioventù! Da quanto sopra riferito appare incontestabile che gran parte della Genesi fu aggiunta alle scritture giudaiche durante o dopo l'esilio babilonese. 

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)