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venerdì 26 ottobre 2012

Mentre in Italia il coming out ateo è ancora poco marcato, in molte altre parti del mondo è molto più manifesto.


Recenti studi (NORC Institute e WIN-Gallup International) svolti in 57 Paesi hanno evidenziato un aumento globale del 9% di persone che non hanno problemi a dichiararsi atee. Che abbia ragione Nigel Barber, quando scrive che entro il 2038 l’ateismo supererà la religione? Magari! Ma non facciamoci facili illusioni.

I Paesi dove c’è una maggiore percentuale di atei si trovano in Asia: la Cina (47%), seguita dal Giappone (31%). Sono i Paesi toccati solo marginalmente dal ciclone abramitico. Nell'Europa giudeo-cristiana la Repubblica Ceca (30%) e la Francia (29%) sono al top ten dell'ateismo. Ma anche Germania, Olanda, Austria, Islanda, e Irlanda non sfigurano del tutto aggirandosi intorno al 10-15%. Singolare quanto sta accadendo nella cattolicissima Irlanda nella quale coloro che si definiscono ‘religiosi’ risultano scesi in breve tempo dal 59% al 47%, mentre i ‘non religiosi’ salgono dal 23% a 44%. Probabile effetto dello scandalo pedofilia che ha travolto il clero locale e della perdita di credibilità della Chiesa per come ha sempre coperto gli abusi sessuali.

Secondo la ricerca i Paesi più religiosi sono: il Ghana in Africa, Macedonia e Romania in Europa (ma stante la criminalità dimostrata da tanti romeni n Italia non sembra proprio), e Perù e Brasile nel Sud America . Comunque, il calo di aderenza alla religione è sensibile in tutto il mondo. E nel nostro Paese, vale a dire nel regno di Vaticalia? Nonostante lo strapotere della Chiesa e la codardia della nostra classe politica, il nostro è sempre meno un Paese che può essere identificato come ‘cattolico’, come emerge da una recente ricerca del Cesnur sulla Sicilia centrale. Secondo il sondaggio RedC da noi ben il 15% non si dichiara religioso, percentuale a cui va aggiunto un’8% di atei dichiarati. 

Se però teniamo presente che da noi il fenomeno della desiderabilità sociale è assai marcato per cui ai questionari si tende a dare le risposte che sono considerate socialmente accettabili, le percentuali di cui sopra potrebbero essere alquanto in difetto.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)