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giovedì 27 maggio 2010

Il grande astronomo eretico del XVI secolo ha ricevuto finalmente una degna sepoltura.

Niccolò Copernico, l'astronomo polacco che nel XVI secolo, sfidando la Chiesa sul dogma della centralità della Terra - e quindi dell'Uomo - aprì la strada all'astronomia moderna, è stato sepolto il 22 maggio scorso tra grandi onori nella cattedrale di Frombork, a nord della Polonia, dove per secoli le sue spoglie hanno giaciuto nell'anonimato.

Il nucleo centrale della sua teoria, l'essere cioè il Sole al centro delle orbite degli altri pianeti, e non la Terra, fu da lui enucleato nel libro De revolutionibus orbium coelestium (Delle rivoluzioni dei corpi celesti) uscito pochi giorni dopo la sua morte, avvenuta nel 1543.

Questa teoria che riprendeva quella greca di Aristarco di Samo dell'eliocentrismo, opposta al geocentrismo, che voleva invece la Terra al centro del sistema, impressionò, al suo tempo, grandi scienziati come Galileo, Keplero e Giordano Bruno, che la svilupparono ulteriormente, ma fu aspramente condannata dalla Chiesa oscurantista che nel 1616, sotto papa Paolo V, la giudicò eretica.

Copernico, che aveva a lungo studiato in Italia (Bologna Ferrara e Padova) non ha subito, però, le persecuzioni che colpirono due suoi importanti seguaci: Galileo Galilei e Giordano Bruno Il primo, che dimostrò la validità scientifica delle intuizioni di Copernico osservando le fasi di Venere, finì sotto la tortura dell'Inquisizione, mentre il secondo, che ipotizzò l'infinità dell'universo, la molteplicità dei mondi e il moto della Terra attorno al Sole, fu messo al rogo, mezzo secolo dopo, nel 1600.

La morte che colse Copernico poco prima della pubblicazione della sua opera, lo salvò dalle grinfie dell'Inquisizione che, altrimenti, non gli avrebbe perdonato una così grave eresia. Per secoli le spoglie di questo eretico studioso dei cieli hanno giaciuto nell'anonimato, e ciò forse le ha salvate da possibili rappresaglie ecclesiastiche.

Ora, finalmente, sono uscite dall'oblio della storia per ricevere una sepoltura dignitosa. Ciò per la volontà di alcuni scienziati che hanno individuato le sue spoglie confrontando il Dna di ossa scoperte nella cattedrale con frammenti di capelli trovati nei libri dello scienziato.

Nel corso della cerimonia religiosa, che ha accompagnato la traslazione, l'arcivescovo Jozef Zycinski ha deplorato gli "eccessi di zelo dei difensori della Chiesa" che hanno determinato la condanna dell'opera dell'astronomo. Meglio tardi che mai.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)