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mercoledì 12 maggio 2010

Rilanciare la riscossa della laicità in tutte le sue articolazioni.

Nel nostro Paese il nuovo clericalismo rappresentato dal regime berlusconian-leghista, nella sua irrefrenabile pulsione di onnipotenza, sta erodendo tutte le conquiste civili faticosamente ottenute nel dopoguerra e avviandoci ad un oscurantismo medioevale su imposizione di una Chiesa sempre più conservatrice e oppressiva.

Più i costumi degli italiani diventano radicatamente e irreversibilmente secolarizzati e si allontanano dalla religione, più i nostri politici si abbarbicano al Vaticano, appoggiando le sue imposizioni obbrobriose. La nostra classe politica, ormai la più arretrata e incolta d'Europa, non vede o finge di non vedere, che non c'è una sola questione attinente alla laicità sulla quale i (dis)valori teo-berlusconiani non siano in abissale minoranza nella nostra società, dall'uso dei metodi contraccettivi, al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e delle unioni gay, per arrivare alla Tortura Obbligatoria di Fine Vita.

Urge quindi rilanciare a 360 gradi, o se si preferisce ad alzo zero, la battaglia per la laicità in tutte le sue articolazioni, comprese quelle economiche. In questo momento , ad esempio, di grave crisi finanziaria che riduce drasticamente le risorse dello Stato e che impone duri sacrifici ai cittadini più deboli, si dovrebbe denunciare il fiume di danaro alle scuole private, concesso nonostante il tassativo divieto costituzionale e mentre quelle pubbliche vengono lasciate cadere, letteralmente, a pezzi, e si dovrebbe abolire l’assurda spesa (quasi un miliardo di euro) per il pagamento delle migliaia di insegnati di religione nominati dalla Cei e divenuti di ruolo senza concorso, per l'insegnamento di una materia inutile, relitto dei tempi bui di una “religione di Stato”.

Infine, andrebbe ridefinita l'attribuzione dell'otto per mille (più di un altro miliardo di euro) togliendolo alla Chiesa (preti pedofili compresi e sempre scrupolosamente coperti) i 700 milioni di quote non espresse alla Cei, e assegnarli alla ricerca scientifica, praticamente annullata nel nostro Paese.

Tutte battaglie vinte in partenza, se si avesse il coraggio di lanciarle, e che porterebbero enormi benefici al nostro Paese, oberato da un debito pubblico spaventoso. Ma, purtroppo, manca ancora da noi un leader politico, alla Zapatero, che sappia cavalcare questa legittima richiesta di laicità e trasformare l'Italia in un Paese veramente libero e moderno.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)