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giovedì 20 maggio 2010

L'arretratezza spirituale della Chiesa Cattolica.

La religione cattolica è la negazione della vera spiritualità. Ad essa interessa soltanto alimentare un morboso pietismo ipocrita basato su cerimonie pompose e sulla venerazione obbrobriosa di macabre reliquie, vere e autentiche mistificazioni per allocchi.

Lo deduciamo dallo spettacolo inverecondo che in questi giorni vede due milioni di ingenui pellegrini venerare la sindone di Torino, uno dei falsi più spregevoli, autenticato come tale non solo da tutti gli esperti del mondo ma anche da qualche ecclesiastico onesto. Ciò che sta avvenendo a Torino, getta una luce sinistra sulla nostra Chiesa che, ben consapevole di approfittare dell'ingenuità dei fedeli, persiste nell'ingannarli furbescamente per vendere falsa spiritualità e ottenere cospicui interessi economici.

Perché la Chiesa ha voluto dimenticare che fu il cardinal Ballestrero, arcivescovo di Torino, a riconoscere che l’esame al carbonio 14 segnava la parola fine ad ogni disputa sulla veridicità della Sindone e doveva essere accettato da tutti i credenti? Perché si ostina a non riconoscere che la fede non dovrebbe aver bisogno di reliquie, come ammise la Riforma, che stigmatizzava il carattere feticistico e superstizioso di questo tipo di «devozioni popolari?»

Perché continua ad alimentare pellegrinaggi necrofili come quello inverecondo accaduto tempo fa a Portorotondo, dove l'esposizione del cadavere di Padre Pio (un mistificatore secondo papa Giovanni XXIII), imbalsamato e col volto perfettamente ricostruito con una maschera di cera (che il popolino scambiava per vero, gridando al miracolo), ha suscitato forme anacronistiche di delirio superstizioso e di morbosità patologica che hanno messo in ridicolo il nostro Paese di fronte all''Europa, ma che ha comportato per il santuario e la città, visitati da oltre un milione di persone in poco tempo, un business colossale?

Come mai l'opinione pubblica italiana accetta senza scandalo che papa e vescovi approfittino così spudoratamente delle ingenuità dei fedeli sottoponendo alla loro venerazione una falso lenzuolo dipinto, della cui falsità hanno l'assoluta certezza? Non è questo comportamento la negazione di ogni pur minima serietà e dignità da parte di questa religione?

Se poi oltre all'inganno aggiungiamo la beffa, escogitata dal vescovo di Torino, di utilizzare la sua autorità per concedere alle donne che, nei giorni dell'ostensione della sindone, confessano a un prete di aver abortito, l' automatica cancellazione della scomunica, aggiungiamo un nuovo tassello all'aberrazione in cui è caduta la Chiesa.

Approfittare dell'occasione dell'ostensione di un falso per arrogarsi il diritto di condonare una scomunica data arbitrariamente su un tema così delicato che provoca enormi sofferenze alle donne che lo vivono, è la negazione più assoluta di ogni vera e autentica spiritualità e la dimostrazione che il cattolicesimo è ormai si è ridotto ad una colossale menzogna.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)