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venerdì 7 maggio 2010

La Chiesa del no.

L'Occidente si va rapidamente secolarizzando. Tutte le confessioni religiose arrancano con fatica perché non riescono a seguire l'evoluzione della società sempre più rapida, imprevedibile e inarrestabile.

La Chiesa cattolica, retta da un papa ultraconservatore e oscurantista, che di fronte ai nuovi e impellenti problemi della società, facendosi scudo dei cosiddetti principi non negoziabili, sa solo proporre la "Chiesa del no", sta vistosamente franando.

I giovani sono quelli che più rapidamente avvertono i cambiamenti e in un quinquennio, dal 2005 ad oggi, hanno subito un cambiamento religioso dirompente. Nel 2004, secondo un'indagine realizzata dall’Istituto Iard, i due terzi della gioventù italiana si dichiaravano cristiano-cattolici. Oggi un giovane italiano su due respinge questa qualifica. Il crollo è verticale e non è difficile capirne la causa.

Questo papa, nei cinque anni del suo pontificato, agli Italiani ha impedito tutto, proprio tutto: la riforma delle legge sulla procreazione assistita per consentire ad una madre di non partorire un bimbo già condannato in partenza alla malformazione, il diritto alla contraccezione, la legge sulle coppie di fatto, le unioni gay, l’autodeterminazione del paziente nel testamento biologico.

Insomma tutto quanto può rendere la vita meno dolorosa e sofferta, è stato sistematicamente impedito da questo papa. Tematiche cui le giovani generazioni sono molto più sensibili del resto della popolazione. Se a queste aggiungiamo la questione dei divorziati risposati, trattati al rango di pubblici concubini e praticamente estromessi dalla Chiesa, mettiamo il dito in un'altra piaga che dopo il concilio Vaticano II è impensabile sussista ancora e non presenti una via d'uscita.

Infine ci sono alcuni problemi interni alla Chiesa di una gravità enorme e senza la cui soluzione essa è condannata ad una più accelerata decadenza; il celibato dei preti, ormai non più sotenibile, e possibile concausa dei recenti e sempre più dilaganti scandali della pedagogia ecclesiastica a tutti i livelli, e la riforma dell’assolutismo monarchico papale, non più tellorabile in un mondo sempre più aperto alla collegialità.

La collegialità, intesa come partecipazione dei vescovi, ma anche del laicato, al governo della Chiesa universale, è un valore teologico e sociale qualificante come spesso è stato sottolineato dal cardinale Martini e dai più lungimiranti teologi come Hans Kueng, ma testardamente osteggiata dalla parte più retriva della Chiesa, capeggiata da questo papa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)