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sabato 29 maggio 2010

La Gelmini all'ora di religione facoltativa (ma praticamente obbligatoria) aggiunge pure un'ora di Bibbia.

La nostra cattolicissima (si fa per dire, perché essendosi da poco sposata civilmente è diventata per la Chiesa una pubblica concubina) ministra dell'istruzione, dopo aver ottenuto dal cattolicissimo Consiglio di Stato il quasi obbligo per gli studenti di scegliere l'ora di religione cattolica onde ottenere i crediti scolastici, ha voluto raddoppiare la sua servile disponibilità verso Santa Romana Chiesa proponendo di aggiungere anche un'ora di Bibbia per tutti. Manca la preghiera a inizio lezioni e poi tutta la scuola italiana sarà la bella copia cattolica delle madrasse islamiche.

La ministra ha infatti sottoscritto un protocollo d’intesa con una “associazione laica di cultura biblica” denominata Biblia, per favorire la programmazione, da parte delle scuole, di “iniziative di formazione e aggiornamento, a livello nazionale, sui temi biblici, in un’ottica di formazione interculturale”.

Una cosa inaudita. Mancano alla nostra scuola i contributi minimi per finanziare l'ora alternativa alla religione, prevista dalla legge e mai istituita; vengono tagliati di continuo fondi per le discipline curriculari e per il sostegno all’handicap (circa 132 mila docenti e otto miliardi di euro in meno per i prossimi tre anni) e ciò nonostante all’insegnamento facoltativo della religione cattolica, che ci costa quasi un miliardo di euro, ne viene aggiunto uno nuovo, obbligatorio per tutti, e non certo gratuito.

Ma questo non è l'aspetto più importante. Il vero problema è un altro. La Bibbia è un libro che non dovrebbe mai essere messo nelle mani di un giovane, perché altamente diseducativo e immorale.

In essa, infatti, sono approvati e ordinati i delitti e le perversioni più efferati: lo sterminio di intere popolazioni (uomini, donne, bambini), ree di essere incirconcise o nemiche di Israele; la distruzione degli altari e delle statue delle altre religioni; le più efferate crudeltà contro i nemici vinti; lo stupro, l'infanticidio, il feticidio, l'incesto, la legittimità della schiavitù, la condanna a morte, la guerra civile e religiosa, la sottomissione della donna, la morale della maledizione, la lapidazione e molti altri delitti.

Non è quindi per niente un libro religioso ma un codice immorale, completo di istruzioni per il genocidio, la riduzione in schiavitù degli incirconcisi e il dominio del mondo.

Se poi la guadiamo sotto il profilo letterario e poetico, la Bibbia si presenta come un'opera di basso livello culturale in cui abbondano infantilismi, superstizioni, poesie rozzamente umane ed erotiche e cronache aride e inverosimili. Solo raramente brilla nei Salmi di qualche lampo di schietta sensualità orientale. Paragonata ad altri testi sacri antichi, come i Veda, o ai poemi omerici, non regge il confronto.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)