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lunedì 10 maggio 2010

Le religioni sempre più nemiche della scienza.

L'innato bisogno dell'uomo di sapere, di conoscere e di sperimentare, è sempre stato condannato dalle religioni, nel timore che l'oscurantismo da loro imposto venisse smascherato dai progressi della cultura e della scienza.

L'evoluzionismo, che dimostra inequivocabilmente che l'uomo non è un essere creato da dio, a sua immagine e somiglianza, per essere posto al centro dell'universo (dogma antropocentrico dei creazionisti) come tutte le religioni lo hanno lusingato a credere, ma semplicemente il prodotto di un mix di caos e determinismo che lo ha assemblato così com'è, e che addirittura, avrebbe potuto assemblarlo in qualcosa di molto diverso, è considerato da cristiani e musulmani il nemico numero uno perché è la prova lampante della falsità di ogni religione.

Nonostante le inconfutabili prove geologiche e paleontologiche che la scienza ci propina quasi quotidianamente per dimostrarne la veridicità, viene costantemente rinnegato da quanti rimangono ancora abbarbicati alla favoletta sumerica che descrive il buo dio seduto al tornio del vasaio, intento ad impastare con la creta la statuina di Adamo e soffiargli in faccia l'alito della vita.

Chi, in campo religioso, tenta di incrinare il mito, viene subito considerato eretico e costretto all'abiura. È successo poco fa al teologo evangelico Bruce K. Waltke (Reformed Theological Seminary, Oviedo – Florida) che, nonostante la sua notorietà, ha perso la propria cattedra a causa di alcune dichiarazioni a favore della teoria dell’evoluzione delle specie, in cui prevedeva una grave crisi per la Chiesa evangelica se non compirà alcuni passi in avanti verso la scienza.

Le parole del teologo: «se i dati in favore dell’evoluzione sono incontrovertibili, negare la realtà ci renderà anomali, uno strano gruppo che non è in grado di interagire con il mondo», hanno suscitato grande indignazione da parte della Chiesa evangelica statunitense e, nonostante la sua ritrattazione, hanno determinato le sue dimissioni perché, per milioni di americani, magari con tanto di laurea in tasca, visioni meno “ortodosse” su l’origine dell’uomo, diversa da quella narrata dalla Bibbia, sono assolutamente inaccettabili.

Per costoro, che costituiscono la massa del popolo bue, si deve continuare a credere, stupidamente, ai miti formulati dai nostri antenati cavernicoli e ignorare tutte le conquiste continue e inarrestabili della scienza.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)