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venerdì 21 maggio 2010

L'ora di educazione civica al posto dell'ora di religione

Il Concordato del 1929, poi rinnovato nel 1984, concedendo alla Chiesa alcuni privilegi chiedeva in cambio la rinuncia ai suoi propositi egemonici e la sua neutralità in campo politico.

Ma questo non è mai avvenuto, anzi, la Chiesa oltre a non aver mai rispettato i patti stipulati con lo Stato italiano, ha continuato ad intervenire nella politica italiana con volontà di legiferare, giovandosi della complicità bipartisan di una buona parte delle nostre forze politiche.

D'altra parte la Chiesa non ha rinunciato spontaneamente al potere temporale, lo ha sempre rimpianto dopo la famosa breccia di Porta Pia. Non dimentichiamo che lo Stato Pontificio sotto Pio IX era lo Stato più illiberale, oppressivo e arretrato d'Europa, sinonimo del Medioevo più oscuro. È altresì noto che tutti i papi hanno osteggiato ogni forma di democrazia e tutte le forme di libertà che hanno avuto le loro radici nell'Illuminismo.

È perciò evidente che per far rispettare il concordato alla Chiesa, e ancor meglio per farlo abrogare, bisogna sviluppare nella popolazione una coscienza laicia che, attraverso i meccanismi della democrazia, premi i propri rappresentanti in base al loro senso dello Stato e non in base al loro appecoramento al Vaticano.

Per ottenere questo scopo bisogna inserire nella nostra scuola, ponendola come il fiore all'occhiello, l'educazione civica, cioè lo studio rigoroso della Costituzione Italiana.Quanti ministri attuali e quanti sindaci emanano norme e hanno comportamenti che sono in aperto contrasto con la nostra Costituzione?

Non passa giorno che la stampa non denunci stravaganze e intolleranze dei nostri amministratori chiaramente dovute alla loro crassa ignoranza dei diritti e dei doveri dei cittadini.

Invece dell'ora di religione che insegna come verità, delle favole assurde, vere circonvenzioni di minori, l'ora di cultura civica può educare il cittadino al senso dello Stato, al rispetto di tutte le libertà, al proseguimento del Bene comune in termini razionali e pragmatici.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)