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lunedì 18 gennaio 2010

I cattolici “doc” in Italia

Anche se i fondamentalisti continuano ad insanguinare molte contra del globo, dovunque, anche in qualche Paese musulmano, l'incredulità religiosa sembra avanzare inarrestabile.

Negli USA i non credenti si aggirano sul 17% della popolazione, nonostante il costante afflusso di immigrati di origine ispanica altamente impregnati di cattolicità. Le prospettive future sono catastrofiche perché il 40% dei giovani USA non si riconosce più nel cristianesimo.

La cattolicissima Spagna segue a ruota gli Usa poiché il 46% di giovani si definiscono non credenti. Una situazione allarmante e difficilmente reversibile stante la secolarizzazione galoppante, diffusa in tutte le classi sociali.

E nel nostro Paese, ormai ridotto a colonia vaticana per l'appecoramento della classe politica bipartisan? Da certe indagini di osservatori stranieri come l’European Value Study e l’Encyclopedia Britannica, assolutamente imparziali, emerge una stima concorde che quantifica al 18% i non credenti dichiarati e ad una percentuale quasi identica i cattolici che si professano osservanti (comprensiva, però, di pochi giovani e molti adulti dai 65 anni in poi). E il rimanente 64%? Sempre più indifferente ai richiami religiosi e sempre più lontano dalle imposizioni ecclesiali.

Infatti: matrimoni civili, divorzi, copie di fatto, convivenze, uso dei contraccettivi e così via si vanno diffondendo a ritmo sempre più veloce. Ma i nostri politici, appecorati al Vaticano, sembrano non accorgersi della laicizzazione della società italiana e impongono norme sempre più oscurantiste e liberticide su imposizione papale.

All'estero, invece, i capi politici seguono il fenomeno con la massima attenzione e, da buoni laici, rifiutando la coercizione vaticana, liberalizzano al massimo i diritti civili, a mano a mano che la società si secolarizza. Ciò facendo non impongono ai cattolici norme contrarie al loro credo ma consentono ai laici, che non si sentono più legati ad una fede, di non seguire norme religiose che ritengono superate, disumane e oppressive.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)