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mercoledì 27 gennaio 2010

Ma oggi Nazareth esiste realmente (“L'invenzione del cristianesimo”) 14

Qualcuno potrebbe obiettare, però, che oggi il villaggio di Nazareth esiste ed è meta di continui pellegrinaggi. Ad una attenta analisi archeologica, storica, letteraria e geografica, niente ci fa ritenere che esso corrisponda a quello descritto dai Vangeli ma che, al contrario, fu inventato, forse nel IX secolo, e codificato durante le Crociate per gli ingenui pellegrini cristiani (che ancora oggi vi possono ammirare la fucina di Giuseppe).

Se noi lo confrontiamo con quello in cui, secondo i Vangeli, visse Gesù, scopriamo che non ha nessuna corrispondenza.
Vediamo cosa scrive Luca: “ (Gesù) Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere...allora cominciò a dire: «oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi»...all’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio” (Luca 4,16-30). Di che monte e precipizio si trattava, visto che l'attuale Nazareth di essi non presenta alcuna traccia?

Scrive Marco: “ Salì (Gesù) poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui [...] Entrò in una casa e si radunò di nuovo intorno a lui molta folla [...] allora i suoi (familiari), sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «è fuori di sé» (Marco 3,20-21) …e di nuovo si mise ad insegnare lungo il mare” (Marco 4,1).

È evidente che qui ci troviamo nella sua città natale perché i suoi parenti, preoccupati del suo comportamento anomalo, cercano di dissuaderlo. Ma qui c’è un monte con uno spaventoso precipizio, che nella Nazareth attuale come abbiamo già detto, non c’è, e c’è un mare vicino (cioè il lago di Tiberiade) che invece dista decine di miglia.

La descrizione di questo luogo calza perfettamente invece con la città di Gamala, scoperta dagli Israeliani in occasione della cosiddetta Guerra dei Sei Giorni nel 1967, che corrisponde a quella descritta da Giuseppe Flavio, nella quale troviamo il monte, il precipizio e il mare poco lontano. “..(Gamala) si affacciava a mezzogiorno, e la sua sommità meridionale, elevandosi a smisurata altezza, formava la rocca della città, sotto cui un dirupo privo di mura piombava in un profondissimo burrone” (Giuseppe Flavio, La Guerra Giudaica Mondatori, Milano 1982).

Concludendo, la Nazareth attuale non presentando testimonianze archeologiche di nessun tipo, così frequenti invece in tutti gli altri siti antichi vicini ad essa (basti citare Sefforis e Iotapata, a pochi passi da Nazareth), priva inoltre di riferimenti storici e letterari del tempo e per di più con una configurazione geografica totalmente diversa da quella descritta dai Vangeli, sicuramente al tempo di Gesù non esisteva proprio e sarebbe stata creata successivamente dai pellegrini cristiani.

Eliminando Gamala, per far posto a Nazareth, i Vangeli paolini hanno tolto ogni riferimento tra Gesù e la città infame che era divenuta il simbolo della ribellione politica della Palestina, hanno sostituito il significato settario del titolo Nozri (ebraico), Nazorai (aramaico), Nazoraios (greco) con quello inventato di nazareno; hanno trasformato l'aggettivo Galileo, che indicava una militanza rivoluzionaria ed era sinonimo di ribelle e brigante, in un semplice appellativo geografico.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)