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sabato 30 gennaio 2010

Sant'Agostino

Vanno in onda su Raiuno domenica 31 gennaio e lunedì 1 febbraio due puntate che raccontano la vita e le opere di Sant'Agostino. Per l'occasione, come antidoto a tutte le falsità che verranno propinate dalla Rai su questo obbrobrioso santo, pubblico il presente post cui ne seguirà un altro lunedì prossimo.

Agostino d'Ippona (Tagaste 354 – Ippona 430)
Padre, Dottore e santo della Chiesa cattolica, è ritenuto in ambienti ecclesiastici «il massimo pensatore cristiano del primo millennio e certamente anche uno dei più grandi geni dell'umanità in assoluto».

In realtà, secondo la mia modesta opinione che cercherò di spiegare in poche parole, fu l'inventore di alcune delle più assurde verità del cristianesimo nonché l'ideologo degli innumerevoli crimini, perpetrati dalla Chiesa, che determinarono il martirio e la morte di milioni di uomini innocenti.

Influenzato da Tertulliano, altro dottore della Chiesa, riscoprì il peccato originale, ignorato sia da Gesù, sia dagli apostoli, e lo impose come dogma fondamentale del cristianesimo. La favoletta sumerica del morso di Eva alla mela fatale, autentica idiozia infantile, fu creduta ciecamente da questo “genio assoluto dell'umanità” e gli fece scrivere delle assolute bestialità. Secondo lui l’antica colpa primigenia aveva trasformato l’intera umanità in una «massa dannata», e conseguentemente tutti gli uomini, morti senza battesimo, «insudiciati» dal peccato di Eva, erano destinati all'inferno. Anche i neonati, se non battezzati, subivano la stessa sorte.

L'assurda teoria che piccolissimi lattanti fossero gettati nel fuoco eterno, fu ritenuta valida dalla Chiesa e fece nascere l'esigenza di amministrare il battesimo subito dopo la nascita e perfino al feto, non ancora nato, se c’era minaccia d’aborto. Esigenza mantenuta anche quando la Chiesa, riconoscendo la mostruosità dell'inferno per i neonati morti senza battesimo, inventò per loro il limbo, rimasto in vigore fino ai nostri giorni e oggi gettato alle ortiche da papa Ratzinger che ne ha ammesso la palese assurdità. Ogni tanto anche nella Chiesa affiora qualche briciola di resipiscenza.

Invasato da spirito tutt'altro che evangelico sancì giusta la schiavitù fondata sulla naturale ineguaglianza degli uomini (Agostino, Ennarationes in psalmos 124,7), legittimò le persecuzioni contro i non cristiani e la distruzione delle sinagoghe e dei templi pagani (Lettera 185 del 414) e, nei riguardi degli eretici, ricorrendo ad ogni tipo di sofisma, sostenne il diritto all’uso della violenza nei loro confronti mediante punizioni pecuniarie, sequestro dei beni, esilio e condanna a morte.

Ebbe la spudoratezza di presentare queste punizioni come opera di misericordia (Agostino, Epistola 93,2-5), affermando: “... v’è una persecuzione ingiusta inflitta dagli empi alla Chiesa di Cristo e v’è una persecuzione giusta inflitta agli empi dalla Chiesa di Cristo (Lettera 185 del 414 2, 11)”. Naturalmente, gli empi erano gli eretici, i pagani, gli ebrei e chiunque non volesse accettare la favola del cristianesimo.

Da lui inizia una linea di condotta che condurrà inesorabilmente alle crociate contro i musulmani, all'eccidio dei Catari e degli Albigesi, all’Inquisizione, al proselitismo coatto dell'America latina, alla caccia alle streghe e a tutti gli altri innumerevoli crimini perpetrati dalla Chiesa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)