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venerdì 15 gennaio 2010

La figura storica che diede origine al mito di Gesù descritto dai Vangeli (“L'invenzione del cristianesimo”) 4

Dall'occupazione romana, avvenuta nel 62 a.C. quando Pompeo conquistò la Palestina e la annise all'Impero quale Protettorato, fino alla caduta definitiva di Gerusalemme nel 125 d.C. per opera di Adriano, Israele fu ripetutamente scosso da continue e spesso sanguinosissime rivolte politiche provocate da ribelli fanatici che si proclamavano dei Messia inviati da Jahvè a liberare la loro terra dal giogo romano.

La rivolta più sanguinosa avvenne nel 7 d.C. al tempo del censimento ordinato dal governatore della Siria Publio Sulpicio Quirinio quando Giuda, detto il Gallileo, seguito da una moltitudine di ribelli, devastò l'alta Palestina seminando terrore e morte. Sconfitto dai romani fu crocifisso assieme a due mila dei suoi seguaci. Nonostante le sempre pronte e spietate repressioni romane, le sommosse degli zeloti (così erano allora chiamati i ribelli) si susseguirono in Israele a ritmo continuo perché il fanatismo era così diffuso che quando qualcuno si proclamava Messia trovava sempre dei fanatici che lo seguivano ciecamente.

Leggendo i Vangeli noi scopriamo che Gesù viene più volte proclamato Messia e legittimo re d'Israele (sei in Marco, cinque in Matteo, due in Luca e otto in Giovanni) e che fu condannato alla crocifissione, pena riservata ai ribelli politici. Da ciò possiamo dedurre, senza ombra di dubbio, che egli è stato storicamente uno dei tanti Messia falliti del suo tempo il quale, per una serie di circostanze fortuite, che esaminerò nei prossimi capitoli, subì, nei primi quattro secoli della nostra èra, tre incredibili metamorfosi che lo trasformarono da ribelle zelota crocifisso dai romani, quale fu nella realtà, al ruolo di Messia martirizzato, attribuitogli dai suoi seguaci dopo la sua presunta resurrezione, e, infine, all'ultima e definitiva trasformazione nel Cristo Figlio di Dio, incarnatosi come uomo e poi immolatosi sulla croce per la salvezza universale, secondo la personale invenzione teologica di Paolo di Tarso (il San Paolo della Chiesa).

Ecco quindi che la figura mitologica di Gesù si formò adattando un fallito Messia crocifisso all'archetipo di un dio soterico già conosciuto in tutto il mondo antico. Il termine aramaico Messia, che in origine indicava solo il re d'Israele, nei testi neotestamentari scritti in greco diventò Christòs e diede origine al nome cristanesimo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)