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mercoledì 27 gennaio 2010

Le direttive del Governo Ombra della Cei

Nella periodica riunione del Governo Ombra dei Vescovi il generale-cardinale Bagnasco, capo della Cei, ha impartito le sue direttive alla nostra classe politica, che senz'altro, prona e appecorata, le applicherà senza discutere.

Chiede infatti al Parlamento, al Ministro della sanità e alle Regioni, nel nome di quella laicità positiva che piace tanto a papa Ratzinger (sic), che venga ostacolata in Italia, quanto è più possibile, la diffusione della pillola abortiva ru486, nonostante il via libera dell'Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco) e il colpevole ritardo, rispetto alla civile e laica Europa, dovuto al potere dell'oscurantismo clericale e alla sua influenza negativa sui politici italiani

Questa pillola consente un aborto farmacologico anziché un cruento intervento chirurgico, e permette quindi alla donna di interrompere una gravidanza indesiderata in modo indolore e meno traumatico. Ciò non piace minimamente alla Chiesa. Se l’aborto è un gravissimo peccato va almeno pagato, e la sofferenza fisica sembra il prezzo più appropriato. Alla Chiesa non interessa il benessere fisico dei suoi fedeli e nemmeno evitare sofferenze inutili ma soltanto la cieca obbedienza ai suoi principi antiumani piovuti dall'alto.

Poi Bagnasco, sempre in nome della sua laicità, ha invitato il Parlamento ad approvare, senza indugi, la Legge sulla Tortura Obbligatoria di fine vita per costringere ogni malato terminale a soffrire nel più ignominioso degrado fisico e psichico con tubi, sonde e tubicini infilati dappertutto. Questo è il volere di dio, ha detto, e vale anche per chi è consapevole che dio è una favola per gli allocchi.

Infine, il generale-cardinale, ha ribadito l'ennesimo divieto al riconoscimento delle famiglie di fatto di qualsiasi tipo, comprese quelle composte da un maschio e una femmina.

Chiaramente i nostri politici (quasi sempre miscredenti ma ipocritamente devoti al Vaticano per garantirsi l'elezione), prendendo a pretesto la loro coscienza (ignobilmente ipocrita), non chiedono di meglio che obbedire.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)