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martedì 19 gennaio 2010

L'omofobia della Chiesa

Leggendo, senza paraocchi, la storia della Chiesa, rimaniamo sconcertati dal numero impressionante di ecclesiastici e perfino di papi dediti all'omosessualità e ad altre perversioni sessuali. Recenti scandali negli Usa e in Irlanda denunciano come, ancora oggi, l'omosessualità e la pedofilia siano una piaga sempre molto diffusa tra il clero cattolico (mentre è assente in quello protestante e ortodosso).

Quindi suona incredibile l'attuale e durissima opposizione di papa Ratzinger all'omofilia e alla sua esasperata difesa della « famiglia fondata esclusivamente sul matrimonio fra uomo e donna». Sembrerebbe quasi che il matrimonio tradizionale si trovi attualmente ostacolato o impedito da forze oscure quando, invece, in tutto il mondo, è considerato la cosa più ovvia.

E allora, perché questa insistenza quasi ossessiva nel difenderlo? Evidentemente perché il papa teme il riconoscimento della parità di diritti per le coppie omosessuali che intendono usufruire del medesimo riconoscimento giuridico e,conseguentemente, sociale del matrimonio tradizionale.

Questa ostilità, dettata esclusivamente per motivi religiosi e non umani, anzi anti-umani, alimenta di fatto le violenze che ormai giornalmente registriamo ai danni di gay, lesbiche e transgender. Determina inoltre la violenta reazione della Chiesa nei confronti di quegli Stati che hanno legalizzato le nozze tra persone dello stesso sesso.

Recentemente Portogallo e Slovenia, dopo Belgio, Svezia, Norvegia, Spagna e Olanda, hanno approvato un disegno di legge che legalizza l’unione tra omosessuali. Le proteste del Vaticano sono furiose. Normalmente sono i governi di sinistra che attuano questi provvedimenti; quelli di destra, invece, conservatori e appecorati alla Chiesa, si rifiutano di combattere la discriminazione e l’ingiustizia sociale nella società.

Chiaramente l'Italia, ridotta a colonia vaticana, nella quale nemmeno le coppie di fatto, che ormai sono la maggioranza, possono godere dei riconoscimenti giuridici, è destinata a rimanere nel campo dei diritti sociali, il fanalino di coda dell'Europa, magari ancora per molti decenni.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)