Visualizzazioni totali

martedì 30 agosto 2011

La Chiesa ha più santi protettori nel parlamento italiano che in paradiso.

Gli scandalosi privilegi economici e fiscali della Chiesa Cattolica (la Casta dei casti?) sono denunciati da un solo partito, i Radicali Italiani. Tutti gli altri sono dei partiti caccasotto e tacciono come carogne perché non vogliono inimicarsi i loro signori e padroni vaticani. Anzi vanno a gara a difendere la multinazionale più straricca del pianeta, quella che ha come unico e vero idolo il dio Mammona.

Ha scritto sul sito SEL Andrea Sironi: “sostenere che sia giusto far pagare le tasse alla chiesa non è una questione di fede, non è un espediente per mettere gli uni contro gli altri, chi è credente contro chi non lo è, è una questione di coerenza e giustizia, specialmente in un periodo – quale è questo – di profonda crisi economica, dove tutti devono essere responsabilizzati a dare il buon esempio e fare la loro parte”.

Parole blasfeme per l'Avvenire. Come si permette uno "de sinistra" mettersi contro i privilegi dei gerarchi vaticani facendo pagare l'Ici alle chiese e alle parrocchie o ai monasteri dove i monaci fanno i monaci e i seminaristi i seminaristi? E magari alle mense della Caritas che utilizzano quasi sempre locali di proprietà pubblica, sono finanziate da appositi capitoli di bilancio di Regioni e Comuni e utilizzano volontari, e quindi con l'ICI non c'entrano affatto?

Questa è la colossale mistificazione sostenuta oltre che dai gerarchi vaticani dai nostri politici leccaculo e dai giornali del regime vaticaliano (praticamente quasi tutti) che vogliono nascondere le lucrosissime attività commerciali gestite dalla Chiesa.

Cosa chiedono i radicali? Semplicemente che paghino l'ICI i ricchissimi enti religiosi, quelli che per esempio a Roma da alcuni anni stanno sfrattando centinaia di inquilini poveri che però abitano in case del centro storico che appena liberate possono essere riaffittate a prezzi stratosferici ad inquilini ricchi... e senza pagare l'ICI. Vogliono che la legge vigente, votata anche dai comunisti, che impone che non si paghi l'ICI per gli immobili adibiti NON ESCLUSIVAMENTE ad attività commerciali, sia applicata e non ipocritamente aggirata come succede oggi.

Basta, infatti, che in quegli immobili di proprietà religiosa (appartamenti, pii alberghi, piscine, cinema, teatri, ristoranti, campi da tennis, calcio e via dicendo) ci sia una cappella o anche un'immagine votiva di una madonna o di un padrepio con un lumino acceso che automaticamente non sono più "esclusivamente commerciali", ma diventano immobili destinati anche al culto e quindi ESENTATI dall'ICI.

Una truffa gigantesca a danno della collettività e in concorrenza sleale ai laici che gestiscono le stesse attività pagando tasse e contributi.

Vogliamo finirla con l'ipocrita finzione di considerare destinati al culto questi lucrosissimi immobili vaticani sui quali anche la Corte di giustizia di Strasburgo, su ordine del commissario Almunia, ha aperto un'indagine formale dell'Ue per aiuti di Stato incompatibili con le norme sulla concorrenza, della qual cosa tutti i politici italiani sono a conoscenza ma fingono di non sapere?

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)