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sabato 6 agosto 2011

“Senza preti chiuderemo le parrocchie”

Nella Chiesa cattolica statunitense aumenta il numero di coloro che si battono per il sacerdozio delle donne. Questo anche per far fronte all’ormai pesante crollo delle vocazioni.

Più di centocinquanta preti sparsi in tutti gli Usa, secondo quanto riportato dal New York Times, hanno firmato una dichiarazione in cui prendono le difese di un loro “collega”, costretto alle dimissioni dopo aver partecipato a una cerimonia in cui – in segno di sfida verso il Vaticano  - una donna è stata ordinata sacerdote. Chiaro il senso del loro appello: «Oramai non abbiamo abbastanza preti e siamo costretti a chiudere molte parrocchie».

Un documento che, come ricorda il quotidiano newyorkese, segue di pochi giorni la clamorosa iniziativa in Austria (chiamata «Appello alla disobbedienza») in cui oltre 300 sacerdoti e diaconi hanno pubblicato un altro documento ancora più duro e con richieste ancor più pressanti per spingere il Vaticano ad aprire al sacerdozio non solo alle donne ma anche agli uomini sposati.

Si diffonde tra il clero più evoluto (ad esclusione di quello italiano conformista ed arretrato) l'esigenza di chiedere a gran voce riforme e cambiamenti nella Chiesa e un nuovo concilio ecumenico che superi la sua«attuale struttura assolutista».

Le riforme più importanti che vengono invocate sono: non più rifiutare la comunione ai cristiani divorziati e risposati; sopperire alla sempre più grave carenza di preti permettendo ai fedeli stessi di celebrare; da ora in poi, il cosiddetto servizio della Parola, con distribuzione della santa comunione (servizio chiamato “celebrazione eucaristica senza prete”).

Infine, riammettere in servizio i preti (che non sono pochi) che ora non possono più esercitare le loro funzioni a causa della loro decisione di sposarsi o di cltivare una relazione sentimentale.

Dura la reazione dei vescovi a questa “chiamata alle armi” e ancor più dura l'ottusa chiusura della gerarchia vaticana, sempre incapace di cogliere i fermenti di innovazione che si elevano da tutto il mondo cattolico e sempre più chiusa nell'arroccamento medievale perseguito dall'attuale pontefice.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)