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venerdì 19 agosto 2011

Non sempre il male viene solo per nuocere.

Se la legge Calabrò sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento verrà approvata in autunno, cosa che accadrà quasi sicuramente, l'accanimento terapeutico che essa comporterà arriverà alle stelle e le torture cui fu sottoposta la povera Eluana Englaro saranno applicate a chissà quanti infelici con enormi spese per lo Stato e infinite sofferenze per i familiari.

E tutto questo perché la maggior parte della nostra classe politica legifera non come desidera la stragrande maggioranza della popolazione, ma come impone il Vaticano, di cui l'Italia è ormai una colonia. Ma forse, come recita il proverbio, non tutto il male viene solo per nuocere.

Perché l'entrata in vigore di questa legge funesta determinerà quasi immediatamente la raccolta delle firme per indire un referendum che la abolisca. E allora ne vedremo delle belle. La Chiesa s'illude che il referendum fallirà come fallì quello sulla legge 40, ma sbaglia di grosso.

La legge 40 sulla procreazione assistita riguardava una stretta minoranza ed era quindi molto lontana dagli interessi generali. La legge Calabrò, invece, riguarda tutta la popolazione ed è sentita, da quasi l'ottanta per cento degli italiani, come un calamità, e in più è fortemente avversata anche dai medici (che rischiano l'incriminazione per omicidio se seguono le volontà del paziente). e perfino da molti cattolici.

Il referendum scatenerà lotte feroci e la gerarchia vaticana, schiumando di rabbia, vomiterò tutte le più inimmaginabili menzogne per ingannare il popolo. Il quale però non è totalmente stupido come ci ha dimostrato l'esito dei recenti referendum, e non abboccherà.

E la vittoria del referendum, ampiamente prevista da tutti gli organi di informazione, darà alla Chiesa, e alla parte politica che ne fa da portavoce, una sonora sconfitta con due impostanti risultati: il primo, l'abolizione della legge, e il secondo, molto più importante, la possibilità di introdurre in Italia il diritto di morire anche di una morte medicalmente assistita all'interno del Servizio Sanitario Nazionale.

In altre parole, consentirà di applicare una tecnica eutanasica, sia pure di tipo passivo, fortemente contestata dalla Chiesa, ma sempre più voluta dalla popolazione di molti Stati europei e già in vigore in alcuni di essi.

Quindi comincerà a farsi strada, anche in Italia, attualmente il Paese più ottenebrato d'Europa, la più sublime e nobile delle libertà, quella che consente la totale autodeterminazione sulla scelta di morire quando la vita non è più degna di essere vissuta perché devastata da dolorosissime sofferenze, senza vie d'uscita, e dalla perdita della propria dignità.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)