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martedì 16 agosto 2011

Le reliquie (La mala religione) 152

L’epoca d’oro del culto delle reliquie fu certamente il Medioevo. Il Boccaccio nel suo Decameron, nella novella che vede Frate Cipolla come protagonista, ci illustra in modo memorabile la credulità popolare del suo tempo attorno alle reliquie e l’uso strumentale che gli ecclesiastici senza scrupoli ne facevano. Ma questo culto è sempre perseguito, raggiungendo talora forme inimmaginabili di feticismo necrofilo.

A questo proposito vale la pena di ricordare quanto accadde, quattro secoli fa, al cadavere del cardinale Roberto Bellarmino (il grande inquisitore che condannò Galileo e Giordano Bruno), morto in odore di santità.

Il Vaticano per placare il popolino che, in preda a morbosa esaltazione, richiedeva una reliquia dell'ecclesiastico defunto, prima fece distribuire la biancheria del cardinale, fatta in minuscoli pezzetti, poi, non bastando questo a placare il fanatismo popolare, ordinò di squartare e di sezionarne pubblicamente il cadavere del futuro santo per consentire a chiunque di poter intingere pezzetti di stoffa nel suo sangue e avere qualche minuscolo brandello della sua carne.

Una forma di delirio collettivo.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)