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venerdì 12 agosto 2011

Lacrime e sangue in arrivo per i soliti noti, non per le due caste più parassitarie: i politici e i preti.

Lacrime e sangue per i soliti noti, vale a dire: pensionati, lavoratori e cittadini a reddito basso e medio ma non per per le classi ricche e nemmeno per le due caste più parassitarie: i politici e i preti.

Allarme rosso per il prossimo Consiglio dei Ministri in cui certamente con Decreti Legge alla traditora saranno trovati i quaranta e passa miliardi necessari per uscire dalla crisi.

Ma alle voragini che alimentano il debito pubblico più alto d'Europa come le inutili province che ci costano più di una decina di miliardi l'anno, l'enorme evasione fiscale, la corruzione pubblica ormai giunta a cifre stratosferiche (60 miliardi), dobbiamo aggiungere quella della nostra famelica casta politica, la più pagata d'Europa e quella che alimenta il fiume di quattrini che Stato, Regioni, Province e Comuni fanno affluire nelle casse del sistema di potere della Chiesa Cattolica.

È significativo il silenzio della Chiesa, sempre pronta a mettere bocca negli affari italiani, a proposito della stangata lacrime e sangue in arrivo. E ha ottimi motivi per farlo. Nessuno degli ingenti tagli che il ministro dell’Economia prevede per pareggiare il disastroso bilancio italiano tocca i contributi economici e gli sgravi fiscali che lo Stato italiano concede al Vaticano ogni anno.

Mentre tutti noi saremo più poveri, ci sobbarcheremo di ulteriori dazi per risanare i conti dello Stato, la teocrazia d’Oltretevere potrà continuare a contare come se nulla fosse sul nostro congruo e fedele finanziamento.

Non c'è solo l'Otto per Mille, che con il suo meccanismo destina quasi il 90% dei fondi ( un miliardo e duecento milioni di euro quest'anno) alla Chiesa cattolica a fronte di poco più del 34% delle firme, ma un fiume infinito di finanziamenti, del valore di svariati miliardi, che Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Consigli di Quartiere, destinano alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana nelle sue molteplici vesti. E poi ci sono le esenzione dalle imposte (Ici, Imu, Irap, Iva, Ires, ecc.), le deduzioni fiscali, e altre mancate entrate, che regalano una cifra di altri miliardi di euro alla “manomorta” della Chiesa.

Circa un altro miliardo va in stipendi per 25.600 insegnanti di religione cattolica, ingombrante presenza confessionale nella scuola pubblica, e ancora ci sono i cappellani nelle caserme, nelle carceri e negli ospedali, gli unici a dare assistenza spirituale-religiosa non come volontari ma in quanto stipendiati in ruolo dallo Stato.

E infine, a pioggia, soldi per le strutture sanitarie cattoliche, per le scuole private cattoliche, per i servizi idrici della Città del Vaticano, per il fondo di previdenza del clero, per il fondo di sicurezza sociale dei dipendenti vaticani e dei loro familiari, per i cosiddetti Grandi Eventi (le visite del S. Padre, il Giubileo, il raduno di Loreto, le Giornate della Gioventù, la beatificazione di papa Wojtyla ecc.). Un meccanismo spesso clientelare che giostra finanziamenti pubblici di proporzioni inimmaginabili, senza paragoni in Europa.

E la maggior parte degli italiani è all'oscuro di questo immorale drenaggio di soldi pubblici erogati in barba alla nostra Costituzione e con pesanti ricadute sui conti pubblici, sempre più in affanno.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)