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lunedì 22 agosto 2011

Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 155

Vantando un'origine rivelata, tutte le religioni hanno imposto divieti assurdi e irrazionali per impedire all'uomo di godere delle sue libertà fondamentali, a cominciare da quella sessuale, e hanno camuffato i loro assurdi divieti come divini precetti morali.

Anche l'innato bisogno dell'uomo di sapere, di conoscere e di sperimentare, è sempre stato condannato dalle religioni, nel timore che l'oscurantismo da loro imposto venisse smascherato dai progressi della cultura e della scienza. In questo capitolo esamineremo gli iniqui precetti morali, l'odio mortale verso la libertà e la democrazia, e l'ostruzionismo verso la cultura e la scienza, imposti dalle religioni, soprattutto da quella cattolica.

La quasi totalità dei credenti è fermamente convinta che senza la religione gli uomini sarebbero dei bruti, immersi nella malvagità e nel crimine. Si tratta di uno stupido luogo comune, alimentato ad arte dai capi religiosi, ma sconfessato dal fatto che sono proprio le religioni, con le loro intolleranze, coi loro assolutismi, coi loro integralismi, a violare i più elementari principi morali e a rendere grama e infelice la vita dell'uomo.

Sono proprio loro che, millantando un'origine divina, ci impongono cervellotici divieti comportamentali che negano le nostre libertà, ci infliggono demenziali punizioni corporali (digiuni, astinenze, flagellazioni) e umilianti mutilazioni fisiche (circoncisione e infibulazione), coartano i sani istinti della natura con la sessuofobia, ostacolano ogni sana gioia di vivere e, perfino, mettono a repentaglio la nostra salute fisica (divieto dei profilattici, dei contraccettivi, dell'uso delle cellule staminali, delle trasfusioni) e disturbano il nostro equilibrio mentale, inventando maniacali sensi di colpa.

Insomma, sono proprio le religioni, con le loro assurde verità di fede, che ci impongono una morale spesso nociva, falsa e ipocrita, perché non derivata dalla natura genuina dell'uomo, ma dedotta falsamente da un'entità superiore, chiaramente inventata.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)