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giovedì 26 agosto 2010

Christopher Hitchens, famoso scrittore britannico, noto per il suo spirito dissacratorio e anticlericale, sta morendo ma non teme la morte.

È sempre stato un personaggio controverso, oggetto di feroci critiche e di entusiastici elogi. Le sue prese di posizione, talvolta contraddittorie, gli hanno valso l'accusa di aver cambiato spesso bandiera politica per interesse, ma in realtà a scatenare contro di lui l'opposizione di gran parte del modo anglosassone è il suo spirito dissacratorio e anticlericale condito da feroce sarcasmo, il suo ateismo professato con ostentazione, la sua ostilità verso qualsivoglia forma di religione, il suo antifascismo radicale, i suoi sentimenti anti-monarchici, e, recentemente, le sue accese critiche contro quello che lui chiama Islamofascismo, ovvero Fascismo dal volto islamico.

Le critiche di Hitchens non hanno risparmiato nessuno e hanno colpito gli esponenti di qualsivoglia religione organizzata, non solo del cattolicesimo. Per esempio egli ha rivolto pesanti critiche al Dalai Lama per aver venduto indulgenze a personaggi famosi di Hollywood seguaci del buddhismo e aver condannato come pratiche immorali il sesso orale e quello anale, ma di avere - in qualche misura - giustificato la prostituzione. Insomma un personaggio urticante.

In italiano sono stati tradotti due sui bestseller che vale la pena di leggere: “La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa di Calcutta” (Roma, minimum fax 2003) e “Dio non è grande: Come la religione avvelena ogni cosa” (Torino, Einaudi 2007) . Sono entrambi dissacratori al massimo.

Lo scorso primo luglio Hitchens, appena cinquantunenne, ha dichiarato pubblicamente di avere un cancro all'esofago fra i più deleteri e che gli rimane ancora poco tempo di sopravvivenza.

"Come sto? Sto morendo", ha risposto con disarmante franchezza ad un intervistatore. E ha aggiunto: “non diventerò mai un credente neanche con la morte vicina. Se sentiste parlare di una mia conversione, sarebbe una menzogna della comunità religiosa, o un effetto delle cure per il cancro che non mi fanno più essere me stesso".

Hitchens mostra di temere i cacciatori di atei pentiti il cui unico scopo è quello di far credere che atei famosi sono passati all'ultimo momento fra i credenti in un qualche dio In Italia ci hanno provato con Dino Buzzati, Antonio Gramsci, Bruno Trentin e perfino con Indro Montanelli. Per la Chiesa è il massimo trofeo additare una conversione forzata post mortem.

Ma un uomo che in un'intervista al Free Inquiry del 1996 ha dichiarato: "sono un ateo. Non sono neutrale rispetto alla religione, le sono ostile. Penso che essa sia un male, non solo una falsità. E non mi riferisco solo alla religione organizzata, ma al pensiero religioso in sé e per sé", non tradirà mai se stesso abiurando al suo ateismo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)