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mercoledì 18 agosto 2010

Origine della Chiesa (“L'invenzione del cristianesimo”) 148

Nel corso del IV secolo, le comunità cristiane diventarono più numerose e più ampie e s'accrebbe di pari passo la necessità di una più articolata gerarchia ecclesiastica.

La carica di vescovo diventò sempre più importante e progressivamente fu sottratta al suffragium plebis, l’antico diritto di voto dei laici. Il vescovo venne nominato dall’alto o cooptato da altri vescovi, e al posto dei diritti elettorali ai laici fu concesso quello dell’assenso a cose avvenute.

Non fu più concesso ai laici di chiamare gli ecclesiastici di più alto grado col nome di “Fratelli” ma con quello di “Signori”, e il vescovo col titolo di “Santo Padre”. Nel V secolo. alla presenza del vescovo furono imposti il baciamano e la prosternazione e fu introdotti l’uso dell’incensazione, come si faceva in precedenza davanti all’imperatore romano.

Nelle primitive comunità cristiane chiunque, anche uno schiavo, poteva diventare vescovo. Ma progressivamente, sotto Papa Leone I, fu vietato a schiavi, liberti e popolani, di accedere alle cariche ecclesiastiche anche inferiori. Abbiamo visto che le primitive comunità cristiane erano autonome e indipendenti.

Con il consolidarsi del potere dei vescovi si stabilì tra di loro dei legami che divennero sempre più stretti e che diedero origine ad un sistema clericale, minuziosamente regolato e burocratizzato. Era nata la Chiesa. Inventore del concetto di Chiesa fu Tertulliano. che travasò in essa l’intero edificio giuridico romano.

La Chiesa ha da sempre sostenuto un'ininterrotta successione di vescovi, a partire dall’epoca apostolica, onde dimostrare il trasferimento da dio a Gesù, da Gesù agli apostoli e da questi ai vescovi e ai papi delle cariche e dell’autorità ecclesiastica. Una successione del genere non è mai esistita.

Ma la Chiesa, procedendo a falsificazioni di ogni genere, ha colmato i vuoti tra gli apostoli e i vescovi monarchi inventando tutta una serie di nomi fasulli. Il termine «apostolico» è diventato per essa un collante universale. La dottrina, i dogmi, le forme di culto, il canone, la Chiesa stessa e quant'altro, tutto secondo essa è di origine apostolica. Ma in realtà si tratta soltanto di un cumulo di falsi.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)