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domenica 29 agosto 2010

L'enigma svelato (il lato oscuro della verità) 33

Prima di cercare una locanda per la notte, Giuda propose di consegnare i rotoli di papiro al vecchio e saggio Mordekai. Lo trovarono nel suo studiolo che era interamente rivestito di scaffali pieni zeppi di rotoli d'ogni genere. Per guadagnarsi da vivere faceva il copista. Doveva ricopiare opere di autori antichi e contemporanei dal greco, dal latino e talvolta anche dal demotico.Conosceva alla perfezione queste lingue, avendo dedicato alloro studio l'intera sua esistenza.

Davanti a quella biblioteca, la prima che vedeva nella sua vita, Davide rimase senza parole. Chiese al vecchio il permesso di aprire un rotolo di pergamena scritto in greco. Con grande emozione cominciò a leggerlo; procedeva con lentezza e in modo stentato, quasi sillabando.

Riuscì a cogliere soltanto poche parole perché era un trattato di filosofia particolarmente difficile. Riprovò con un rotolo di papiro scritto in demotico: era una preghiera al dio Ra e riuscì a comprenderla tutta abbastanza facilmente. Forse l'aveva già sentita in Egitto. Con enorme fatica decifrò anche alcune frasi in latino.

Mordekai, che aveva il naso aquilino e l'aspetto d'un gufo spennacchiato, lo aiutava divertito a pronunciare con esattezza le parole che leggeva e a correggerne talvolta l'accento. Era rimasto molto favorevolmente colpito dalla personalità di Davide serena e dolce e dalle sue conoscenze linguistiche, anche se ridotte. Parlò a lungo con lui usando ora l'una ora l'altra delle tre lingue, con un linguaggio estremamente semplice e fatto di brevissimi periodi.

Davide se ne compiacque moltissimo e non avrebbe mai voluto smettere di conversare con quel vecchio saggio. Ma ormai era sera e dovevano lasciarsi.
Siccome però l'indomani Giuda intendeva far visita al suo amico Eleazaro, magazziniere nell'accampamento romano, e recarsi da un esattore di sua fiducia a convertire il suo denaro in monete auree, Mordekai propose a Davide di rimanere con lui durante la notte e il mattino successivo.

Giuda fu subito d'accordo, anche perché così aveva modo di fare una visitina ai postriboli della città, molto ben forniti a causa della presenza di numerosi soldati romani e di ricchi esattori, senza dover ferire la suscettibilità del suo giovane amico.

Non appena Giuda si fu accomiatato, Mordekai cambiò completamente atteggiamento e fece capire al suo giovane interlocutore che, dal momento che non c'erano estranei, potevano affrontare discorsi importanti e impegnativi.

"Appena ti ho visto entrare nella mia casa, ho colto immediatamente la bellezza e la saggezza del tuo io superiore" fece il vecchio, fissandolo con vivo interesse. "Osservando ora con più attenzione il tuo viso, riesco a cogliere la natura autentica e la luminosità della tua anima.

"Tu non sei venuto qui per caso: il Potere ti ha mandato affinché io ti sveli alcune cose che riguardano il tuo destino, portato fatalmente a cozzare contro la religione del nostro popolo. I nostri correligionari, infatti, sono dominati dal teismo, dalla convinzione, cioè, che esista un Dio personale che si arroga in qualsiasi momento il diritto di fare del genere umano ciò che vuole, in base al suo impulso di grazia o di vendetta punitiva".

"Il teismo è la causa fondamentale della nostra arretratezza spirituale. Falsamente, le nostre Scritture lo fanno risalire a circa venti secoli fa, quando Abramo lasciò Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Abramo, in realtà, era soltanto un capotribù amorreo pagano scelto, per la sua autorevolezza, come capostipite di tutto il popolo ebraico dagli estensori della Bibbia.

"Egli, però, non c'entra niente col nostro monoteismo che deriva invece totalmente da Mosè, che era un principe egiziano, non il miserabile semita salvato dalle acque del Nilo, come ci racconta la Bibbia. Lo storico greco Strabone parla chiaro. Egli ci dice che Mosè era principe, governatore, gran sacerdote e condottiero egiziano."

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)