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domenica 22 agosto 2010

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 32^ Puntata

Cafarnao fece a Davide un' ottima impressione. Era bella, piena di vita ma non dava l'idea d'essere sfacciata e corrotta come Scitopoli. E poi il mare, come la gente chiamava il lago che la lambiva dolcemente, era splendido e pieno di luce.

Davide sorprese Giuda mostrando un certo interesse per l'accampamento romano che si stendeva un po' fuori dell'abitato. Spiegò che aveva conosciuto un soldato romano, certo Lucio Ennio Curtato, che lo aveva invitato ad arruolarsi, promettendogli una fulgida carriera.

"Non ti vedo proprio a fare il soldato" disse Giuda ironico. "Sei troppo dolce e buono per esercitare quel triste mestiere. Tu sei nato per diffondere l'amore e sei certamente chiamato a cose grandi. Me ne convinco ogni giorno di più. Quando spiccherai il volo, voglio essere al tuo fianco, anche se questo mi costringerà a trascurare il mio lavoro".

Volle subito appagare la curiosità di Davide e lo condusse davanti alla porta centrale dell'accampamento dalla quale si poteva intravedere l'interno. C'era un via vai fragoroso di carri e di cavalli. Il tutto dava l'idea di una vita intensa e frenetica. Ai lati stazionavano molte donne d'ogni età che salutavano per nome e con grande esuberanza i soldati che entravano e uscivano.

"Sono le nostre puttane. Aspettano che i soldati escano in libera uscita per accompagnarsi a loro per un compenso misero. Purtroppo qui da noi c'è un po' di tutto: gli stupidi zeloti che pugnalano i romani nel nome di Jahvè, le meretrici ebree che di Jahvè se ne fregano e se la fanno con i nostri invasori, e i furbi farisei che fingono di essere schifati di tutto ma che, sottobanco, approfittano della situazione per fare affari d'oro.

Sono i farisei, infatti, che hanno il monopolio delle forniture dell'esercito. Tutti questi carri che entrano ed escono, pieni d'ogni ben di Dio, appartengono a loro. Ma nella sinagoga si stracciano le vesti. Per non parlare dei Sadducei, i nostri sacerdoti del Tempio, che in pubblico ostentano insofferenza e disprezzo per i dominatori per poi collaborare in pieno con loro di nascosto. Chi credi che abbia denunciato i capi della tentata rivolta di pochi giorni fa? I grandi sacerdoti. E chi altri sennò?".

Giuda appariva molto schifato di quanto si presentava ai suoi occhi. Fece capire a Davide che, se lo avesse voluto, lo avrebbe condotto all'interno del campo. Uno dei magazzinieri, originario del suo villaggio e amico d'infanzia, li avrebbe fatti passare e accolti con gioia. Ammise anche, con un po' di vergogna, che lui, circa un decennio prima, invitato proprio da questo suo amico, aveva lavorato in quell'accampamento per quasi un anno.

Poi, molto nauseato dell'ambiente e incapace di apprendere il latino, aveva preferito dedicarsi all'attività di mercante.Davide, che aveva subito provato un'avversione istintiva per quel luogo così contrario alla sua natura, rispose che desiderava soltanto allontanarsene al più presto e dimenticare anche di averlo visto.

Non poté però scacciare dalla mente l'idea che il suo vero padre viveva proprio in un ambiente consimile, dominato dalla frenesia e dalla forza, e gli parve di comprendere perché era stato indotto ad usare la violenza con sua madre e sentì una gran pietà per lui.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)