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sabato 28 agosto 2010

Per rendere laica l'Italia bisogna ricorrere alla Giustizia.

Lo Stato, che stanzia circa un miliardo per pagare gli insegnati di religione cattolica, immessi senza concorso e designati dai vescovi, non riesce a trovare il becco di un quattrino per garantire l'ora alternativa, prevista dalla legge, a quegli studenti che rifiutano l'insegnamento religioso, obbligandoli, loro malgrado, a rimanere ugualmente nelle classi ad ascoltarne la lezione rifiutata.

La non attivazione di fondi per l’ora alternativa costituisce una vera e propria lesione di due principi costituzionali: la libertà religiosa e il diritto all’istruzione come dimostrano le sentenze della Corte Costituzionale 203\1989,13\1991, la circolare 9\1991, applicativa della sentenza 13\9, nonché la recvente motivazione del Consiglio di Stato 2749/2010 .

Ma tant'è, niente riesce a smuovere i comportamenti omissivi del ministro della pubblica istruzione, forse segretamente incoraggiato a produrre pretesti economici per assecondare sottobanco l'ostilità della Chiesa a questo insegnamento alternativo.

Ora qualcosa si sta muovendo a questo riguardo. Il ricorso presentato dai genitori di una bambina frequentante una scuola primaria statale di Padova, prontamente appoggiato economicamente e tecnicamente dall'associazione UAAR, ha prodotto un'ordinanza del Tribunale (30/7/2010), che sancisce il diritto di ottenere un insegnamento alternativo a quello cattolico, precisando che: «la sua istituzione deve considerarsi obbligatoria per la scuola» e che di questo il ministero «dovrà necessariamente farsi carico».

La alunna infatti, durante l'insegnamento della religione cattolica, era stata costretta prima a rimanere in classe, poi a trasferirsi in classi parallele per l'intero anno scolastico, senza che l'istituto provvedesse ad attivare le lezioni alternative richieste.

Secondo il tribunale, la scuola ha praticato nei confronti della bambina una doppia discriminazione, «nell'esercizio del diritto all'istruzione e alla libertà religiosa». Per questo «comportamento discriminatorio illegittimo» l'istituto e il ministero dell'istruzione sono stati condannati anche al pagamento della somma di 1.500 euro.

Facendo riferimento all'ordinanza del tribunale di Padova, il diritto all'ora alternativa può, da oggi in poi, essere fatto valere da qualsiasi genitore di fronte a qualsiasi istituto scolastico statale. A scoraggiare i dirigenti scolastici dall'adottare comportamenti omissivi vi è la responsabilità risarcitoria che tali mancanze comportano, come stabilito dal tribunale di Padova.

Vedremo a questo punto se finalmente le cose cominceranno a cambiare nel nostro Paese sempre più restrittivo dei diritti civili e delle libertà democratiche.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)