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mercoledì 25 agosto 2010

Il nuovo leader del Regno Unito, Cameron, vorrebbe estendere il modello delle "free schools" anche a quelle laiche e perfino atee.

Il Regno Unito, è risaputo da tutti, è uno Stato veramente liberale che garantisce le libertà democratiche ai massimi livelli. Inoltre è governato da una classe dirigente non solo laica, ma anche, in taluni casi, apertamente atea. Forse è proprio questa mentalità aconfessionale che determina l'alto libello dei politici britannici. (Mentre in Italia è la mentalità appecorata al Vaticano che determina la meschinità di gran parte della nostra classe politica).

A questo punto giova ricordare che Richard Lynn, professore di psicologia dell’Università di Ulster, in un articolo pubblicato sulla rivista "Intelligence" del 2008 affermava che non credere in dio e nei dogmi religiosi, rende più intelligenti, e che l'ateismo è proprio delle persone dotate di un alto quoziente intellettivo.

Giova altresì ricordare che Anthony C. Grayling, autorevole filosofo inglese, in un editoriale apparso sempre nel 2008 sul quotidiano britannico “The Guardian”, dichiarava esplicito che “ci sono molte ragioni per cui sarebbe un grande vantaggio per tutti avere un ateo come primo ministro”.

Anzitutto non accetterebbe “di ricevere messaggi dal cielo che gli dicono di andare in guerra” come è accaduto a Bush per l'Iraq. Secondariamente, non sarebbe succube dei gruppi religiosi che ricattano lo Stato pretendendo privilegi, sostanziose prebende economiche, l'immunità dalle critiche e dalle satire e innumerevoli altri benefici. In terzo luogo, salvaguarderebbe meglio i diritti civili, l'autodeterminazione delle persone e la laicità della scuola.

È proprio condividendo questa mentalità molto evoluta che il Ministro dell’Educazione del Regno Unito, il conservatore Michael Gove, ha dichiarato recentemente che in uno Stato che si definisca liberale bisogna ammettere accanto alle scuole confessionali – musulmane, ebraiche, cattoliche oltre che protestanti– anche la “scuola atea”.

Gli hanno fatto da sponda molti insigni intellettuali inglesi tra i quali il biologo evoluzionista Richard Dawkins, ateo di ferro. Dawkins, autore del best-seller L’illusione di Dio (Mondadori 2007), si è effettivamente mostrato interessato alla riforma Gove che offrirebbe ai cittadini la più vasta possibilità di scelta, senza tuttavia indulgere alla semplificazione della “scuola atea”.

“Non indottrinerei mai i ragazzi all’ateismo - ha precisato - proprio come non lo farei per la religione. I giovani dovrebbero piuttosto imparare a porsi domande. Li vorrei scettici, critici e di mentalità aperta. Libero pensiero in libera scuola, insomma. La critica al dogmatismo – religioso o ideologico – verrà da sé.”.

Di fronte a queste meravigliose aperture del mondo britannico mi chiedo avvilito e sgomento, quanti anni luce separano la nostra classe politica da quella inglese?

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)