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mercoledì 31 marzo 2010

Il divorzio “all'italiana”

Rapido, poco costoso e senza effetti secondari il divorzio ecclesiastico, meglio conosciuto come annullamento della Sacra Rota, sta diventando il nuovo divorzio all'italiana. I numeri parlano chiaro: nel 2009 ci sono state 8.400 richieste di nullità, 5.800 delle quali arrivate a buon fine.

Questi matrimoni “davanti a Dio” che i tribunali ecclesiastici sparsi per il Paese dichiarano “nulli”. come se non fossero mai esistiti. aumentano di anno in anno facendo concorrenza ai divorzi statali. Ma perché tanti italiani si rivolgono al Ter (Tribunale ecclesiastico regionale) per un annullamento che potrebbero ottenere come normale divorzio dau tribunali nazionali?

Ufficialmente per superare «gli ostacoli alla ricezione dell’eucaristia», dato che il divorzio civile estromette, di fatto, il credente dal ricevere i sacramenti. Ma in realtà perché questo percorso, un tempo riservato ai vip per l'alto costo, dal 2004 si è molto democratizzato e si è fatto più celere e meno costoso, consentendo anche la rateazione.

Fermandosi ai primi due gradi di giudizio, i costi sono al massimo di 4 mila euro. Passando, nei casi complicati, al livello superiore, ricorrendo cioè ad una specie di Cassazione, la spesa può anche raddoppiare. Quanto al tempo,se moglie e marito sono d’accordo, come accade nella metà dei casi, tutto si risolve in un paio d’anni. I tempi della giustizia civile, invece, sono ben superiori, arrivando quasi al doppio anche in caso di divorzio consensuale.

In via giudiziale, se le cose si complicano, si può arrivare persino a più di dieci anni con una spesa che si aggira sui 12 mila euro. Senza contare i fastidiosi effetti secondari, tipo assegni di mantenimento e diritti ereditari che con l'annullamento della Sacra Rota si evitano del tutto. Lo Stato italiano in caso di divorzio fa concedere al coniuge annullato un’indennità di separazione o di divorzio. La Sacra Rota, no. Per essa il coniuge annullato non ha diritto a rivere nulla perché il matrimonio non è mai esistito.

Quindi il vero motivo per cui assistiamo ad un vero boom di richieste di annullamento del matrimonio non ha niente a che vedere con l'esclusione dall'eucaristia, come vorrebbe farci credere la Chiesa, quanto invece per il fatto che il divorzio civile in Italia è troppo complicato e costoso. Tutti i tentativi in campo parlamentare per arrivare al divorzio breve sono stati inesorabilmente impediti dalle lobby politiche manovrate dal Vaticano.

Il quale non ha mai accettato il divorzio dello Stato, lo ha soltanto subito obtorto collo e quindi fa di tutto per intralciarlo in tutti i modi imponendo una prassi vessatoria per il suo ottenimento. Se il divorzio breve entrasse in vigore, consentendo ai cittadini un cospicuo risparmio di tempo, denaro e stress, è chiaro che gli annullamenti richiesti alla Sacra Rota crollerebbero e l'Italia avrebbe un motivo in meno per essere giudicato il Paese civilmente più arretrato d'Europa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)