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martedì 16 marzo 2010

Verso l'Eurabia

I musulmani nutrono un totale disprezzo per i cristiani (considerati degli abominevoli infedeli) e hanno perfettamente ragione ad averlo. Non perché la loro religione sia migliore della nostra, anzi entrambe sono della autentiche malefiche invenzioni, ma perché i cristiani accettano succubi che l'Europa si trasformi in Eurabia, cioè in una estensione politica e culturale del mondo musulmano, e quindi diventi antidemocratica, antioccidentale, antiamericana e antisemita.

L'osmosi tra una società libera, democratica ed economicamente sviluppata (l'Occidente) e una società teocratica, oppressa nei costumi e arretrata nell’economia (il mondo musulmano) è contro natura. È come voler conciliare democrazia e teocrazia. Eurabia significa in realtà che l'Europa accoglie leggi, istituzioni e consuetudini islamiche che mettono in grave rischio la sua democrazia, la sua cultura e la sua storia.

Vuol dire che è disposta ad accettare a lungo termine la dhimmitudine, la condizione di subalternità in cui vivono i cristiani e gli ebrei nelle terre musulmane. La cultura della dhimmitudine è la cultura di chi si arrende, per non urtare la suscettibilità del futuro padrone (l'islam), che ricambia questo atteggiamento di viltà con un radicale disprezzo.

Noi occidentali abbiamo pagato sulla nostra pelle per secoli la lotta par la conquista della democrazia e delle libertà fondamentali. Dopo aver sopportato per millenni intolleranze, persecuzioni e roghi alla fine ce l’abbiamo fatta. Alla fine ora abbiamo nel DNA almeno una consapevolezza: che tutti gli uomini sono liberi e uguali. Il mondo musulmano questo non l'ha fatto e nel suo DNA non c'è alcun gene di democrazia e di libertà ma in compenso molti geni di fanatismo e terrorismo religioso.

L’ambasciatore saudita in Gran Bretagna, Ghazi Al-Qusaibi, ha dichiarato poco tempo fa: «Flagellazione, lapidazione e amputazioni sono, agli occhi musulmani, il nocciolo della fede». Per poi concludere lapidario (e beffardo): «la cultura occidentale è ridicola, perversa e inferiore». Vi basta?

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)