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lunedì 29 marzo 2010

La Mafia e la Chiesa cattolica

La mafia imperversa nell'Italia del sud (ma attualmente anche in quella del nord) da più di duecento anni. Tutti i tentativi di debellarla sono finora falliti, anzi il suo proliferare sembra inarrestabile e sempre più rapido.

I motivi del suo «successo» non sono stati tutti completamente individuati ma alcuni, come la certa connivenza di settori dello Stato e di parte consistente delle classi dirigenti locali, sono assolutamente assodati e sono stati oggetto di analisi da parte di molti studioisi.

È sempre stato sottovalutato, invece, per non dire ignorato in sede storica, il tema delle responsabilità della Chiesa cattolica e dei suoi esponenti nell’affermazione delle organizzazioni mafiose, nonché dell’apporto culturale che direttamente o indirettamente la dottrina della Chiesa ha fornito al loro apparato ideologico.

A questo proposito c'è da chiedersi: se non avesse beneficiato del silenzio, della indifferenza, della sottovalutazione e anche del sostegno dottrinale di una teologia che trasforma degli assassini in pecorelle smarrite da recuperare piuttosto che da emarginare dalla Chiesa e dalla società, la mafia avrebbe potuto sopravvivere così a lungo e a svilupparsi sempre di più? La risposta è no.

Ecco allora spiegato perché in quattro «cattolicissime» regioni meridionali si siano radicate alcune delle organizzazioni criminali più spietate e potenti al mondo e come la maggioranza degli affiliati a queste bande di assassini si dichiarino cattolici osservanti.Fino a pochi anni fa la Chiesa ha taciuto sulle mafie, non le ha mai considerate nemici ideologici. Oggi il silenzio è stato in parte interrotto, ma moltissimi preti continuano a tacere o a essere indifferenti al tema.

Isaia Sales, docente di Storia della criminalità organizzata nel Mezzogiorno d’Italia presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e autore di molti libri che indagano senza veli il fenomeno mafioso nonché curatore della voce «camorra» per l’Enciclopedia Treccani, pubblica in questi giorni il saggio “ I preti e i mafiosi” (Storia dei rapporti tra mafie e chiesa cattolica), che finalmente mette in chiaro gli aspetti più inquietanti e oscuri della connivenza tra mafia e Chiesa e dimostra come il trionfo di questa spietata e criminosa organizzazione sia anzitutto un clamoroso insuccesso dello Stato ma anche della Chiesa cattolica.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)