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venerdì 22 luglio 2011

La Chiesa cattolica influenza oppressivamente le decisioni politiche del nostro Paese.

In molti Stati occidentali la Chiesa cattolica condiziona pesantemente larghi settori delle forze politiche allo scopo di influenzare le decisioni governative a suo vantaggio e impedire in tutti i modi la concessione delle fondamentali libertà umane e civili.

In Italia questo gioco è lapalissiano e la casta politica lo proclama spudoratamente senza vergogna. Quasi se ne fa vanto. Giorni fa, al esempio, il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, alla festa del partito che si è conclusa a Mirabello, ha dichiarato: «Io pongo un problema di contenuti. Cosa direbbe il fronte cattolico se in Italia vincesse di nuovo il centrosinistra e, di conseguenza, si cominciassero a fare leggi a favore dei gay o delle coppie di fatto? Non sarebbe meglio che si unisse il fronte moderato che ha anche valori cattolici per tentare di vincere il 2013?».

Per questo politico, quindi, i contenuti non riguardano gli interessi dei cittadini, cioè la politica sociale ed e economica del Paese, i progetti per il lavoro e contro la disoccupazione, in parole povere proposte per sollevare l’Italia dal baratro economico, sociale, culturale in cui stagna da tempo.

No, la vera strategia politica sta nell'assecondare la Chiesa non solo nei suoi inesauribile appetiti economici ma anche, e soprattutto, nell'imporre, per legge, la morale cattolica a tutti indistintamente i cittadini, magari violando, spudoratamente la Costituzione, come sta avvenendo col Ddl Calabrò.

Quanto poi ai valori cattolici richiamati da Gasparri, dopo Noemi, la D’Addario, il Rubygate, l’Olgettina e il Bunga Bunga, accennare ad essi può provocare solo una amara risata. La verità nuda e cruda è un'altra.

Per la stragrande maggioranza della casta politica nostrana è la Chiesa il ferro su cui battere per ottenere il favore elettorale degli italiani e continuare quindi a malgovernare il Paese.

La Chiesa lo sa perfettamente e quindi, ricattando i politici di destra e di sinistra, persegue i suoi scopi oppressivi, cioè succhiare enormi risorse pubbliche, pari quasi ad un terzo delle entrate statali, e ostacolare in tutti i modi i più elementari diritti civili già goduti in quasi tutta l'Europa (tranne Grecia e Italia) e perfino in molti Paesi del terzo mondo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)