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lunedì 11 luglio 2011

Perché in Vaticano piace tanto il ministro Tremonti

Mentre la stella del premier in Vaticano si appanna di giorno in giorno quella del ministro Tremonti rifulge sempre di più. Per la Chiesa è il nuovo premier in pectore.

Se ne parla in Vaticano, con cene riservate tra monsignori,ma soprattutto parlamentari, sindacalisti e intellettuali di area cattolica. Per la gerarchia ecclesiastica una scelta quasi "formale" è stata compiuta qualche giorno fa, a  Roma.

Presenti il cardinale Camillo Ruini e il rettore dell'Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, da poco rieletto alla guida dell'ateneo per 5 anni, il ministro ha ricevuto una sorta di "investitura".

Ruini e Ornaghi, ma anche mons. Rino Fisichella, già cappellano di Montecitorio, nel giorno della festa dell'università hanno infatti premiato il ministro Tremonti "per la sua crescente attenzione ai valori cristiani" che fondono e caratterizzano sia l'agire economico che l'azione politica.

Da molto la Segreteria di Stato vaticana esprime apprezzamenti nei confronti del titolare del Tesoro per molteplici motivi. Anzitutto è un fervente cattolico anche se non slinguazza gli anelli delle eminenze col fervore del premier.

In secondo luogo non ha fatto mai intravvedere scheletri nei suoi armadi (anche se la vicenda dell'on. Marco Milanese, ex suo braccio destro, potrebbe ora far emergere qualcosa in proposito).

Ma soprattutto è sempre stato prodigo a foraggiare in tutti i modi il Vaticano e la Chiesa, cominciando dall'invenzione dell'otto per mille che porta nei forzieri della Cei un miliardino abbondante tutti gli anni.

Il foraggio arriva sotto mille rivoli e costa al contribuente italiano ogni anno una cospicua fetta della finanziaria. Ad essere eufemisti sopra i dieci miliardi. I rivoli non si fermano mai, neanche in tempi di crisi.

Sta per essere varata in questi giorni l'ennesima stangata lacrime e sangue che comporta tagli draconiani al bilancio dello Stato e mette in ginocchio regioni, comuni e welfare.

Ma ciononostante, mentre i ministri, ridotti al lastrico, si stracciano le vesti, il buon Giulio, scrutando il cilindro magico del mago Merlino, è riuscito, pochi giorni fa, a tira fuori tra le pieghe del magro bilancio statale ben 250 milioni di euro per la scuola cattolica, da versare a breve, aggiungendoli agli altrettanti 250 già erogatii.

Questi sì che sono autentici prodigi in barba alla nostra Costituzione che vieta di assegnare contributi alle scuole private, mentre intanto la scuola statale va a rotoli. Ecco spiegato perché il nostro ministro è così ben amato in Vaticano.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)