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sabato 23 luglio 2011

La pederastia pretale sta emergendo anche in vari Paesi africani.

Dopo una serie di casi di abuso in Europa e Nord America, stanno emergendo rivelazioni di abusi sessuali da parte di sacerdoti in vari paesi africani. Secondo molti osservatori, gran parte dei missionari bianchi sono coinvolti in reati sessuali.

Il caso di Padre Renato Kizito, accusato di aver stuprato giovani in Kenya, alla ribalta in questo momento, è sintomatico e si presta ad alcune considerazioni.

Anzitutto che il cancro della pederastia pretale non ha confini geografici ed è diventato una metastasi che che sta ammorbando sempre più il mondo cattolico.

Secondariamente, che l'omertà goduta per decenni dal clero colpevole su imposizione del Vaticano ha coinvolto le strutture di potere di molti Stati sia a livello centrale che a livello locale.

In terzo luogo che le vittime degli abusi sessuali del clero sono state costrette con la forza, il terrore, la denigrazione e il ricatto a non denunciare le violenze subite e quindi a non ottenere giustizia e adeguati risarcimenti.

Guardate la foto di questo prete seduto nella parte posteriore di un veicolo della polizia. Ha i capelli bianchi, barba bianca e le sopracciglia folte e sembra un guru tutto pietà e misticismo.

Invece Padre Renato Kizito, di 67 anni, forse il prete più noto del Kenya. è accusato di essere un pluristupratore, È stato arrestato ancora una volta, dopo che il suo segretario Collins Ochieng, 26 anni, alla polizia lo ha accusato di ripetuti abusi sessuali.

Il giovane, dopo aver subito l'ultima violenza, è andato in ospedale e poi alla polizia. Il referto medico ha concluso che “la violenza sessuale, “sodomia”, era avvenuta. Il sacerdote è stato arrestato.

Ma un alto funzionario di polizia del Kenya si è fatto avanti e ha insistito sul rilascio di Kizito.

Kizito è ben noto a Nairobi essendo a capo della Comunità Koinonia, un progetto cristiano che cerca di aiutare i bambini di strada. Il progetto offre ai giovani – soprattutto ragazzi – alloggio e istruzione. Padre Kizito è stato al centro della comunità negli ultimi 15 anni.

È un italiano che è venuto in Kenya dallo Zambia alla fine degli anni 1980. Le accuse di abusi sessuali da lui perpetrati sono molteplici. Nell’estate del 2009, ad esempio, tre giovani avevano dichiarato, sotto giuramento, che avevano subito abusi sessuali da lui per un lungo periodo.

Uno di essi, S. Benson, affermò che il sacerdote lo aveva stuprato quando aveva meno di 15 anni. I tre giovani hanno testimoniato che il sacerdote li avrebbe costretti a fare sesso orale e anale. Una videocamera era sempre in funzione durante gli abusi. A volte c’erano anche altri uomini bianchi.

Uno degli abusati ha ammesso: “Ho perso anche la fede nella Chiesa cattolica come conseguenza del trauma e dell’abuso”. Le vittime, alla fine, furono costrette a ritirare le loro accuse perché sottoposte a pressioni fortissime e a serie minacce di morte.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)