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venerdì 8 luglio 2011

Nonostante l'assoluto silenzio dei media, la Chiesa Valdese incrementa del 18% il suo otto per mille.

La Chiesa Valdese sta vivendo un momento di notorietà e di espansione ma soprattutto di forte aumento delle sue entrate dell'otto per mille. E se lo merita per tutta una serie di aperture verso alcuni problemi della società attuale.

Anzitutto i valdesi sono contrari all'imposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche e negli edifici pubblici. Secondariamente sono a favore della laicità e della libertà religiosa per tutti perché hanno aperto decine di sportelli dove poter depositare il proprio testamento biologico, benedicono le coppie gay e finanziano alcuni progetti di distribuzione gratuita di profilattici in Africa per arginare la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili, e anche sostengono alcuni programmi di ricerca italiana nel campo delle cellule staminali.

In conseguenza di tutto questo i contribuenti italiani che destinano il loro otto per mille all’Unione delle chiese valdesi e metodiste sono aumentati del 18%. Lo ha reso noto in questi giorni la Tavola valdese, l’organo esecutivo della piccola chiesa riformata nostrana che, a fronte dei poco più di 25mila membri, può vantare la simpatia di quasi mezzo milione di italiani.

«Un dato che testimonia un tasso di stima e di attenzione nei nostri confronti che ci sorprende e ci impegna – ha dichiarato la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese -. Questi contribuenti in assoluta maggioranza non evangelici, firmano a nostro favore perché nutrono un’aspettativa particolare nella gestione dei fondi dell’Otto per mille: per parte nostra cerchiamo di garantirla nella massima trasparenza, destinando l’intera somma ricevuta dallo Stato a progetti sociali e culturali realizzati in Italia e all’estero.

"Non un euro va a finalità di culto, all’evangelizzazione, alla costruzione o al restauro delle chiese o agli stipendi pastorali. Questa gestione “laica” dei fondi evidentemente incontra il favore di un numero crescente di italiani».L’assoluta trasparenza sull’utilizzo dei fondi è garantita dal sito www.ottopermillevaldese.org.

La pastora Bonafede non fa mistero del fatto che firmano a favore della Chiesa valdese anche molti cattolici impegnati e praticanti che condividono le loro battaglie civili per la laicità. Un fatto non scontato, se si pensa al presenzialismo politico della Conferenza episcopale, con il variopinto corredo di teocon, teodem e atei devoti, che non aiutano a diffondere una cultura del fondamentale principio democratico della separazione tra lo Stato e le confessioni religiose.

«Nonostante le modeste somme che investiamo in pubblicità e l’assoluto silenzio dei media su noi valdesi e metodisti così come su tutte le altre confessioni diverse dalla cattolica – conclude Maria Bonafede – da questi dati emerge un’Italia che riconosce il valore del pluralismo religioso e lo esprime con una firma».

Ecco perché, come ho scritto in un precedente post, un ateo, come il sottoscritto, devolve il suo otto per mille alla Chiesa Valdese e non allo Stato che, tradendo i suoi principi, lo riversa sottobanco alla Chiesa Cattolica. La quale spende il miliardo e duecento milioni che incassa non per interventi di solidarietà, come falsamente millanta nella sua pubblicità televisiva, ma quasi esclusivamente per foraggiare lautamente il suo clero.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)