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martedì 12 luglio 2011

Le dure e scomposte reazioni delle Chiese cristiane alla vittoria dei matrimoni gay.

Le religioni cristiane più conservatrici e oppressive dello Stato di New York, cioè quella cattolica e quella protestante evangelica, hanno reagito in modo scomposto e brutale alla vittoria referendaria che riconosce agli omosessuali il diritto di sposarsi.

Per esse il diritto del popolo di legiferare a maggioranza, che è l'essenza della democrazia, è sentita come un'azione satanica se la legge approvata contraddice i principi che essi deducono dal loro dio, inventato e mai dimostrato. Le contromisure minacciate contro i politici pro diritti dei gay sono state dure.

Il vescovo di Brooklyn, Nicholas Di Marzio, molto criticato negli anni passati per aver detto che, legalizzati i matrimoni gay, prima o poi si sarebbe arrivati ad accettare anche le unioni tra esseri umani e animali, ha chiesto che il governatore di New York, Andrew Cuomo, cattolico, non venga più invitato nelle cerimonie della Chiesa.

Si è spinto più in là il teologo Edward Peters, che ha teorizzato l’esclusione dalla comunione per tutti i politici cattolici che hanno votato a favore del matrimonio gay. Peters è un noto teologo, molto vicino al Papa, che l’ha appena nominato nella Signatura Apostolica, il massimo tribunale del Vaticano.

Anche gli evangelici non sono da meno. L’organizzazione National Organization for Marriage, dominata dai protestanti conservatori, ha minacciato che spenderà milioni di dollari in pubblicità contro i politici che hanno votato a favore dei matrimoni omosessuali, in particolare prendendo di mira i quattro repubblicani che hanno detto sì, permettendo il passaggio della legge.

Se quei milioni di dollari questa organizzazione li spendesse invece in opere di assistenza per i bisognosi renderebbe la religione cristiana meno oppressiva e più benefica.

La guerra della chiese oppressive contro i gay trova sempre nuovi appigli. A San Diego (California), un sacerdote cattolico ha negato la messa ad un omosessuale morto la settimana scorsa all’età di settant’anni, John Sanfilippo. La decisione del parroco ha suscitato le proteste della comunità gay e in particolare del gruppo di omosessuali cattolici Dignity.

Anche i protestanti africani, a similitudine dei musulmani, si sono dichiarati contro l'omosessualità. Secondo il pastore Samuel Frempong Kwofie, a capo della chiesa ‘interdenominazionale’ di St. George ad Adum non si può far leva sui diritti umani e sulle libertà civili per difendere l’omosessualità, se la Bibbia in maniera “inequivocabile” condanna le relazioni tra gay.

“Alle volte bisogna fare a meno di questi diritti umani e di queste libertà civili”. Insomma per le religioni oppressive, democrazia e diritti umani vanno buttati alle ortiche se contrastano i presunti voleri del dio Jahvè, descritto dalla Bibbia come un totem tribale ignobile e crudele.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)