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venerdì 8 luglio 2011

Le assurdità religiose. I dogmi. (La “mala” religione) 124

La credenza dell'inferno eterno la troviamo appena accennata negli scritti più antichi dell'età patristica, con delle perplessità da parte di alcuni Padri della Chiesa, come Origene, Gregorio di Nissa, Teodoro di Mopsuestia ed altri.

Per costoro le pene dell'inferno non erano eterne, ma temporanee (una specie di purgatorio). Infatti essi ritenevano che alla fine dei tempi, all'arrivo cioè della parusia, tutta l’umanità si sarebbe salvata in Cristo e avrebbe avuto luogo la “restaurazione finale” (apokatàstasis) di tutti gli essere umani e del cosmo. Tale salvezza avrebbe coinvolto i condannati all’inferno e perfino i demoni (Origene, De principiis).

Ma la loro tesi non fu accettata dalla Chiesa, sempre più preoccupata di reprimere le eresie per mezzo di spietate punizioni temporali e spirituali, specie quella che si macchiava del peccato più grave, il peccato "ad mortem", così chiamato perché nessuna contrizione lo può cancellare, e che consiste nel rifiuto di riconoscere in Gesù l'inviato di dio e nel papa il suo successore.

Così nel 1215 il IV Concilio Lateranense proclamò che i peccatori "riceveranno come il diavolo una pena perpetua". Tesi ribadita successivamente nel Concilio di Firenze (1439), di Trento (1547), del Vaticano I (1870) e dal Vaticano II nel 1965 (cap. VIII, 48 della Lumen Gentium). Quindi l'inferno, per la Chiesa, è la punizione globale e irreversibile di chi muore in peccato mortale.

La massa dei credenti identifica puerilmente l'inferno come un enorme fornace in cui un fuoco eterno arrostisce i dannati, e a vigilarlo ci sono i diavoli con tanto di corna, forconi e code arricciate. Una vera delizia! Unica consolazione per chi ci va è di avere il riscaldamento gratis per l'eternità. Un vantaggio economico più che cospicuo, dati i costi energetici attuali, ma con annessi alquanto scomodi.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)