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lunedì 19 novembre 2012

Il falso Jahvè. Fine d'Israele. Il periodo ellenistico. 182


Il Libro di Daniele espresse una forma teologica di reazione sia alla repressione dei seleucidi sia alla seduzione della civiltà ellenistica che aveva coinvolto clero e aristocrazia, provocando forme di apostasia e di abbandono della Torah. La teologia apocalittica formulata nel Libro di Daniele, s'imperniò nell'attesa di una vicina catastrofe cosmica finale, che sarebbe stata il preludio dell'avvento perenne del regno di Dio in Terra.

Essa determinò due conseguenze importanti: la fede nella resurrezione individuale dei morti, formulata per la prima volta nella storia del popolo ebraico, e la sostituzione del tradizionale Messia davidico, preannunciato da Isaia, con un altro Messia inviato da Dio direttamente dal cielo, una sorta di salvatore preesistente e trascendente, nascosto presso Dio e chiamato il Figlio dell'Uomo (H. Kung, op. cit., pag.147).

La fede nella resurrezione dei morti poneva in maniera più radicale il problema della giusta retribuzione. Di fronte al sacrificio di tanti ebrei martiri uccisi dai seleucidi, Jahvè, il Dio della giustizia, sarebbe intervenuto nel giorno finale dell'apocalisse, facendoli risorgere dalla polvere come uomini integri (carne ed ossa) e non soltanto come anime, e li avrebbe restituiti a una nuova esistenza terrena, questa volta eterna. I giusti sarebbero risorti nello splendore del firmamento, i loro persecutori nella vergogna eterna (Daniele 12,2/3).

Questo Libro di Daniele è l'unico documento incontestato relativo a una resurrezione dei morti nell'intera Bibbia ebraica. Così, nel secolo e mezzo che precede la nascita di Cristo, la fede nella resurrezione prese a diffondersi nell'ebraismo. Questa teoria, accettata dai cristiani, nel mondo ebraico fu accolta con favore soltanto dai farisei e recisamente negata dai sadducei, cioè dalla casta sacerdotale.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)