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mercoledì 7 novembre 2012

Il falso Jahvè. Il post esilio, il giudaismo del secondo Tempio e la restaurazione di Ezra. 177


Nel 450 a.C. Ezra, uno scriba discendente dal capo sacerdote Aronne, col consenso di Artaserse re di Persia, venne a Gerusalemme con l'ultima ondata di esuli. Rimase scandalizzato nel vedere che il popolo d'Israele, sacerdoti e leviti inclusi, si univa in matrimoni misti, si mescolava liberamente con genti straniere e non osservava scrupolosamente le regole della Legge.

Immediatamente radunò il popolo d'Israele nella piazza del Tempio al quale lesse il Pentateuco in ebraico, lingua ormai a tutti incomprensibile e conosciuta solo dai sacerdoti, per cui mentre lo si leggeva doveva essere tradotto in aramaico. Il popolo di Gerusalemme, dopo avere ascoltato in silenzio la lettura, dovette solennemente rinnovare l’Alleanza con Jahvè e impegnarsi all'osservanza rigorosa della Legge, che assumeva contorni sempre più coercitivi.

Vennero ripristinate le feste prescritte dalla Legge, che erano cadute in disuso: le feste di Pesach (Pasqua), Shavuot (Settimane) e Sukkot (Tabernacoli), e imposto il ripudio immediato delle mogli non giudee, cioè delle donne straniere e di Samaria, che non erano di puro sangue ebraico.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)