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giovedì 22 novembre 2012

Peccato e redenzione. Epilogo. 123


Data l'infondatezza del peccato originale, anche la redenzione che avrebbe dovuto redimere l'umanità, condannata dal peccato di Adamo, risulta del tutto vana. Essa, infatti, è nata dalle allucinazioni epilettiche di Paolo di Tarso che hanno spinto questo pseudo apostolo a trasformare un fallito Messia, crocifisso dai romani, nel figlio di dio, immolatosi per redimere l'intera umanità, a similitudine degli dèi soterici del suo tempo.

La prova? Questo Messia, strombazzato come Cristo Redentore, non ha avuto riscontro in nessun documento antico, nonostante gli storici a lui contemporanei e spesso quasi conterranei (greci, latini ed ebrei) fossero almeno una quarantina.

Come è potuto accadere che nessuno di costoro si sia accorto della presenza del Salvatore dell'umanità? E come è potuto accadere che le mirabolanti vicende a lui attribuite dai Vangeli siano passate del tutto inosservate anche ai molti testimoni stranieri che frequentavano la Palestina? Semplicemente perché si è trattato di una figura mitologica, come ritiene la maggior parte degli studiosi, inventata da Paolo di Tarso e calata sulla figura di un Messia fallito, crocifisso dai romani.

Infatti il termine aramaico Messia, che in origine indicava solo il liberatore d'Israele, nei testi neotestamentari scritti in greco, fu tradotto col termine Christòs, che ben presto perse ogni riferimento al Messia delle profezie bibliche per assumere quello di figlio di dio, redentore dell'umanità, come voleva Paolo, e diede in tal modo origine al nome cristianesimo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)