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martedì 27 novembre 2012

Lo Ior senza guida e il polo sanitario ecclesiastico in grave sofferenza allarmano il Vaticano.


Da sei mesi lo Ior (banca vaticana) è senza presidente. Un fatto senza precedenti nella recente storia dei sacri palazzi dove non si era arrivati a tanto nemmeno negli anni Ottanta, nel pieno della crisi dell'era Marcinkus. Molti candidati eccellenti hanno detto no all'offerta di prendere il posto di Gotti Tedeschi, per la mancata chiarezza nella governance.
Da una parte c'è chi si preoccupa di passare al setaccio gli oltre 40 mila conti correnti su richiesta delle autorità monetarie nazionali ed internazionali per cercare di “ripulire” la banca da depositi occulti e dalle provenienze poco chiare; dall'altra ci sono vescovi e cardinali che si fronteggiano spaccati tra il “partito” della glasnost (trasparenza assoluta) e i fautori della difesa ad oltranza della tradizionale riservatezza dell'istituto che vogliono mantenerlo una sorta di isola felice per operazioni bancarie per niente ortodosse. È quindi la lobby anti-glasnost che paralizza la banca.
Benedetto XVI non nasconde di essere “dispiaciuto” e “deluso” per come vanno le cose in materia di politiche economiche e bancarie, al punto che da qualche tempo dà l'impressione di non poterne più di continuare a tenere in piedi una banca tanto chiacchierata e diventata scomoda per l'immagine del Vaticano e della Chiesa universale.
Lo Ior senza guida non è l'unico cruccio dell'area economico- finanziaria del Vaticano. Il fronte più caldo per il portafoglio della Santa Sede, in questo momento, è forse quello della sanità. Dopo che il progetto della Segreteria di Stato di comprare il San Raffaele da Don Verzè è andato in fumo, facendo saltare l'ipotesi di un maxi-polo sanitario che riunisse Policlinico Gemelli, Bambin Gesù, Idi-San Carlo a Roma e la Casa per il sollievo della sofferenza fondata da Padre Pio a San Giovanni Rotondo, adesso viene allo scoperto che questi istituti sono in gravi sofferenze con problemi di bilancio da brividi (si parla di debiti complessivi per 2 miliardi). E in qualche caso anche con qualche piccolo guaio giudiziario.
Per di più anche la Associazione religiosa degli istituti sanitari - cappello sotto cui sono raccolti 10 istituti di ricovero, 20 ospedali, 50 case di cura, 124 centri di riabilitazione, 17 residenze sanitarie ex-psichiatrici - naviga in acque turbolente. La spending review avviata dal governo Monti minaccia di far saltare i piccoli ospedali per risparmiare sui costi dello Stato per cui la Sanità di Dio andrà ancor più in sofferenza. A parte il Bambin Gesù, che ancora naviga in positivo, il resto è una via crucis di guai. La situazione al Gemelli, l'ospedale del Papa, è da incubo. Ci sono 490 posti a rischio, 800 milioni almeno di debiti e diverse centinaia di milioni di crediti con la Regione Lazio «inesigibili». Per cui l'impossibilità di accesso al credito crea l'ipotesi del fallimento. Ancora peggio vanno le cose all'Istituto Dermatologico Italiano - San Carlo di Nancy gestito con 1.500 dipendenti dai Figli dell'Immacolata concezione. I dipendenti pochi giorni fa hanno sfidato i rigori dell'inverno salendo sui tetti per reclamare i tre mesi di stipendio arretrato. Nubi oscure hanno iniziato ad addensarsi anche su quello che una volta era uno dei fiori all'occhiello della Vaticano Spa: l'ospedale di San Giovanni Rotondo, una struttura da 57mila ricoveri l'anno.
La gestione di tutti questi istituti è stata poco accorta, per non dire aleatoria, e non manca il sospetto che corruzione e truffe, secondo l'andazzo nazionale, siano stati massicciamente presenti. Il guaio è che, alla fin fine, a salvare la baracca dovrà intervenire lo Stato. Per cui al Cupolone andrà il merito dell'assistenza, al popolo bue il pagamento della stessa.




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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)