Visualizzazioni totali

venerdì 9 novembre 2012

La rielezione di Obama a presidente degli Usa è uno schiaffo alla arretrata gerarchia cattolica americana.


La riconferma di Barack Hussein Obama alla presidenza degli Stati Uniti rappresenta una vera e propria disfatta per le forze arretrate e illiberali degli Usa rappresentate dal partito repubblicano, dalla Conferenza episcopale, dai gruppi fondamentalisti ostili al riconoscimento dei diritti umani e civili e dal capitalismo sfrenato e antisociale della destra estrema. In particolare la gerarchia cattolica americana, perennemente alla difesa dei ricchi e perennemente ostile a tutte le libertà civili, aveva scatenato contro Obama la pesantissima accusa di ostacolare la libertà religiosa perché con la Obamacare, la riforma sanitaria che estende a circa quaranta milioni di indigenti americani l'assistenza sanitaria di Stato, Obama aveva imposto ai datori di lavoro il pagamento delle spese per contraccezione e aborto.

Ma nonostante queste plateali accuse, nonostante la controversa benedizione del cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, al candidato repubblicano Mitt Romney durante la convention repubblicana del 30 agosto scorso in quel di Tampa, Florida (gesto che ha scatenato non poche polemiche, a cominciare dai gesuiti della rivista "America" che hanno parlato allora chiaro e tondo di una "preoccupante" simpatia dei vescovi per i Repubblicani), e nonostante i molti e ripetuti attacchi dei vescovi dai pulpiti a dai giornali, molti cattolici progressisti (i "Catholics for Obama"), quasi tutte le suore cattoliche impegnate nel sociale e soprattutto le donne cattoliche che vedevano minacciata la loro autonomia dai fanatici antiabortisti non si sono fatti incantare dalle fatwe clericali e hanno sostenuto apertamente Obama.

Hanno dichiarato senza mezzi termini: "Guardando al presidente attraverso le lenti della Dottrina Sociale della Chiesa cattolica, Obama ha speso la sua intera carriera per il bene comune. Ha compiuto il passo storico della riforma dell'assicurazione sanitaria, punto centrale della Giustizia sociale cattolica per oltre 100 anni, allargando la tutela medica a molti milioni di americani". E ancora: “I cattolici ringraziano il presidente per aver messo in piedi la prima normativa per la riduzione dell'aborto nella storia americana, promuovendo l'assistenza medica per le donne incinte e una migliore assistenza pediatrica, quotidiana e la formazione”. Difatti, un nuovo studio della Washington University di St. Louis che ha seguito 10.000 donne in 4 anni, ha mostrato che la fornitura della contraccezione gratuita, uno dei punti del nuovo Obamacare, ha fortemente diminuito l'aborto in un campione di ragazze e donne ad alto rischio.

L’asse anti Obama, che vede uniti tutti i vescovi americani su posizioni antisociali e antiliberiste, non nasce solo nella cerchia conservatrice della destra estrema americana ma ha anche forti sostenitori in Vaticano ove è supportato dal gruppo che oltre il Tevere vanta un certo potere: i Cavalieri di Colombo di Carl Anderson che foraggiano la Chiesa con centinaia di milioni di dollari e che rappresentano il conservatorismo più becero e disumano.

Un merito particolare della vittoria di Obama va alle molte suore impegnate nel sociale che il Vaticano ha annunciato la volontà di commissariare sostanzialmente a seguito del loro esplicito appoggio all’Obamacare. La loro capa, suor Pat Farrell, ha dichiarato esplicitamente: “Sostenere la vita, tutta la vita, significa occuparsi anche di coloro che stanno ai margini della società: i disprezzati, i malati mentali cronici, gli anziani, i carcerati, quanti sono nel braccio della morte. Noi abbiamo alzato la voce nei confronti della pena di morte, della guerra, di chi soffre la fame anche qui. La Chiesa parla a favore del feto, certo, ma tace su altrettante questioni vitali, ed è una distorsione”. Non sono pochi i cattolici che la pensano come le suore. La loro è una posizione fatta propria anche dai gesuiti della rivista newyorchese America che hanno scritto più volte che “difendere la vita è una questione assai più ampia delle campagne contro l’aborto o l’eutanasia”.

La Chiesa americana, perennemente scossa da gravi e numerosi abusi sessuali sui bambini, tanto che alcune diocesi hanno dovuto dichiarare fallimento dopo essere state dissanguate dai risarcimenti, è sempre stata indifferente, se non proprio ostile, a tematiche come l’immigrazione, la povertà, l’ambiente mentre ha sempre manifestato un ossessivo e morboso interesse alle questioni prolife e ai matrimoni gay. Questa tornata elettorale che non ha solo riguardato l'elezione del presidente ma che ha anche approvato dei referendum per la legalizzazione delle droghe leggere e il matrimonio gay, e ha respinto tutti i referendum che volevano limitare o intralciare il diritto all’aborto, ci mostra una società americana, che sta cambiando molto velocemente: da una parte un irrigidimento della destra religiosa, dall’altra la continua, spettacolare crescita dei Nones, gli statunitensi che si dichiarano liberi da qualsiasi affiliazione religiosa e che rigettano la pesante ingerenza cattolica nello Stato.

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)