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venerdì 23 novembre 2012

L'atteggiamento 'partisan' dei vescovi americani, durante l'ultima campagna elettorale, per impedire la rielezione di Obama.


L'atteggiamento settario e illiberale dei vescovi cattolici nei confronti di Obama per impedire la sua rielezione si è fatto sempre più duro e oppressivo all'avvicinarsi del 'super Tuseday' (il fatidico martedì delle elezioni). Non si sono limitati a sostenere il mormone Mitt Romney con parole, volantini e preghiere ma sono ricorsi a mezzi ben più estremi che hanno sfiorato il terrorismo psicologico.

Per fare solo degli esempi, il vescovo Thomas Paprocki ha affermato che era in forse "la salvezza eterna" per gli elettori che appoggiavano un candidato contrario ai dettami della Chiesa, il vescovo David Ricken che si rischiava di "mettere a repentaglio la propria anima" a votare Obama, e i presuli della Pennsylvania che con Obama la democrazia degli Stati Uniti rischiava ultimamente di "perdere la propria anima a piccoli passi". Posizioni settarie che i vescovi hanno spiegato essere giustificate per la difesa di 'principi non negoziabili'.

Ma queste posizioni antidemocratiche e intimidatorie hanno sollevato forti opposizioni anche in molti cattolici tanto che il 'watchdog' di Washington Citizens for Responsibility and Ethics in Washington (Crew) si è spinto a chiedere che lo Stato revochi le esenzioni fiscali alla Chiesa in ragione di un attivismo elettorale molto 'partisan'. Scandalizzata anche la stampa cattolica 'liberal'. Per il 'National Catholic reporter' gli esponenti della gerarchia "hanno non solo fatto un disservizio alla causa dell'unità, ma non sono riusciti a far avanzare granché le cause che difendevano così rumorosamente". Infatti la Chiesa ha perso tutti i referendum contro l'aborto e i matrimoni gay.

'Ncr' ha criticato al contrario, il silenzio dei vescovi in altre circostanza. "Nessuna voce episcopale si è levata per obiettare all'affermazione calunniosa e assurda del vescovo Daniel R. Jenjy, che a fine aprile ha paragonato il presidente Barack Obama ad Adolf Hitler e Joseph Stalin". La testata punta il dito anche contro la maggiore compagnia assicurativa cattolica degli Usa dominata dai Cavalieri di Colombo il cui capo Carl Anderson, è membro del 'board' dello Ior, la banca vaticana sospettata di riciclaggi mafiosi. In conclusione il 'sensus fidelium di molti cattolici ha rinnegato le le assurde imposizioni dei vescovi appecorati al Vaticano e al capitalismo più ostile al sociale e ha ampiamente sostenuto le cause progressiste.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)