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venerdì 23 novembre 2012

Un grande vantaggio per tutti avere un ateo come primo ministro. (“L'invenzione del cristianesimo”) 265


Il bigottismo politico da noi è bipartisan, e non sono rari i politici di sinistra folgorati sulla via di Damasco, e gli atei che si comportano in modo più reazionario e devoto dei bigotti. Insomma una débâcle che ci insegna che gli Stati dovrebbero sempre essere governati da leader non credenti per progredire in ogni campo.

Anthony C. Grayling, autorevole filosofo inglese, in un editoriale apparso recentemente (2008) sul quotidiano britannico “The Guardian”, dichiara esplicito che “ci sono molte ragioni per cui sarebbe un grande vantaggio per tutti avere un ateo come primo ministro”. Anzitutto non accetterebbe “di ricevere messaggi dal cielo che gli dicono di andare in guerra come è accaduto a Bush per l'Iraq. 

Secondariamente, non sarebbe succube dei gruppi religiosi che ricattano lo Stato pretendendo privilegi, sostanziose prebende economiche, l'immunità dalle critiche e dalle satire e innumerevoli altri benefici. In terzo luogo, salvaguarderebbe meglio i diritti civili, l'autodeterminazione delle persone e la laicità della scuola.  

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)