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venerdì 30 novembre 2012

Quanti sono e dove vengono custoditi i testi canonici. (“L'invenzione del cristianesimo”) 271


Alla fine del IV secolo coi Sinodi di Roma e di Cartagine i ventisette testi neotestamentari vennero considerati ispirati dallo Spirito Santo e quindi privi di errori, nonché di origine apostolica. Successivamente, nei Concili di Firenze (1442), di Trento (1546) e del Vaticano I (1870) la Chiesa Cattolica trasformò in dogma di fede la dottrina dell’ispirazione divina della Bibbia, escludendo in essa qualsiasi errore dottrinale e perfino riferito ad eventi profani (come il “fermati o sole” di Giosuè). Quindi, ogni rilievo storico-critico sui ventisette testi neotestamentari e sulla Bibbia ebraica è per la Chiesa improponibile, malgrado le innumerevoli contraddizioni, incongruenze e assurdità che essi contengono.

Eppure, leggendo i Vangeli o le Lettere di Paolo non si ha la minima impressione che i loro autori si ritenessero ispirati da Dio. Anzi, appare il contrario. Luca, ad esempio, nel prologo del suo Vangelo, confessa «d’aver indagato accuratamente tutti i fatti fin dal principio» presentandosi come un attento epitomatore che vuol raccontare avvenimenti del suo tempo per scopi puramente edificatori, senza pretese di infallibilità. D'altronde la perdita degli originali di questi testi, nonostante la loro proliferazione, testimonia la scarsa rilevanza con la quale erano considerati.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)