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mercoledì 7 aprile 2010

Cota e Zaia, pasdaran pro-vita, braccio secolare della Chiesa contro le leggi dello Stato italiano.

La Lega in passato è stata spesso in contrasto coi “vescovoni” sull'accoglienza degli extra comunitari, ma ora, per farsi perdonare la caccia all'immigrato, si è legittimata di fronte alla Chiesa abbracciando in pieno la crociata antiabortista contro la pillola RU864 . I nuovi governatori Cota e Zaia giustificano la loro presa di posizione prendendo a pretesto la salute delle donne.

È una colossale menzogna. «Togliere a una donna la possibilità di interrompere la gravidanza farmacologicamente, invece che chirurgicamente, è solo una inutile punizione fisica” dice Umberto Veronesi, ex ministro della Salute. Esattamente quello che vuole la Chiesa. Ne è dello stesso avviso tutta la classe medica italiana.

Il quadro che deriverebbe da un divieto simile è che le donne di alcune regioni subirebbero un intervento chirurgico inutile e doloroso, mentre quelle delle altre regioni potrebbero evitarlo. Si creerebbe quindi una discriminazione assurda e anticostituzionale, senza contare il rischio che si crei un mercato nero della pillola. La salute della donna, quindi, non c'entra niente. Se veramente l'avessero a cuore ne faciliterebbero l'uso anziché ostacolarlo.

La dichiarazione dei due neo governatori è apparsa subito anticostituzionale anche per i più sprovveduti ma a dar manforte ai pasdaran pro-vita si è mossa subito la Chiesa, appoggiata dal Vaticano, felice di trasformare le Regioni bagnate dal Po in una Vandea del ventunesimo secolo.

L'appoggio della Chiesa a questo governo produce ogni giorno effetti devastanti perché suona come un incitamento a violare i diritti civili e le leggi dello Stato pur di assecondare l'oscurantismo religioso senza mai incontrare una protesta anche minima da parte dei nostri politici, non importa se si destra o di sinistra, perché tutti proni a belare come pecore.

Intanto la Lega ha già diviso l'Italia: a Bari c'è la Ru486 ma a Torino no. L’ordine che Silvio Viale, ginecologo del Sant’Anna di Torino, aveva fatto è stato bloccato proprio in conseguenza dell’annuncio di Cota, tanto che le donne che ne avevano chiesto la somministrazione dovranno aspettare ancora o rinunciarci se i tempi si allungheranno ulteriormente.

«Per fortuna ci sono le donne che intervengono al momento giusto per correggere l’”esuberanza post-elettorale” dei maschi anche quando sono governatori», commenta Maria Ida Germontani, senatrice di destra, quindi dello stesso governo dei due pasdaran pro-vita. In Piemonte, intanto, sono proprio le donne ad organizzarsi: l’associazione «Usciamo dal silenzio» lancia una manifestazione, il 25 aprile per difendere la libertà di scelta.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)